Via Roma
Facebook veicolo di informazione, orribile esasperazione di personalità, per qualcuno pericoloso, noioso, misterioso, talvolta è meglio di un calmante. Sul social-libro la rabbia di un utente riprende ed espande in fin dei conti il grido dei commercianti cagliaritani storditi da tempo dalla loro stessa cantilena. Le foto sui portici di via Roma colorati, colorati non dal pavimento a mosaico ma dai prodotti falsi degli ambulanti, non darebbero fastidio a “Francesco Locanda Caddeo” se non avesse da tempo richiesto di porre i suoi tavolini all’esterno della sua attività senza aver finora ricevuto alcun esito. Le rinunce che ne derivano vanno dalla meno occupazione per i giovani cagliaritani fino al sacrificio di un servizio che in chiave turistica soprattutto potrebbe regalare angoli di degustazioni indimenticabili per il tedesco o spagnolo di turno.
«Questa è via Roma oggi. Noi è mesi che aspettiamo un autorizzazione dal Comune per mettere qualche tavolo all’esterno come hanno tutte le altre attività della via ed assumere altri giovani. Questa è l’Italia questa è Cagliari ». Così scrive il proprietario Francesco Caddeo e così deve limitarsi a fare perché poi il lavoro e i clienti chiamano e non c’è tempo di raccontare una storia che dura da tempo. Questa è l’Italia, questa è Cagliari, dice. I venditori abusivi che si accalappiano pezzi di città per vendere prodotti falsi delle grandi marche sono diffusi un po’ in tutto il mondo. «Ma sono del parere che tutte le città debbano puntare comunque sempre alla regolarità. Qui non solo parliamo di prodotti taroccati ma anche di occupazione di suolo pubblico», ha dichiarato il presidente provinciale della Confesercenti Roberto Bolognese. «Lo stesso suolo pubblico che se occupato con tavolini da un imprenditore cagliaritano vede precipitarsi i vigili e carabinieri col libretto delle multe salate», continua il presidente. A quel punto il cittadino poco può fare. «Capisco la protesta e la rabbia di chi cerca di fare tutto con regolarità, di questo passo e con questi modi anche gli stessi imprenditori cagliaritani potrebbero sentirsi legittimati ad agire nella illegalità». Una situazione che va avanti da tempo. «Se i tavolini non disturbano devono essere concessi, non conosco il caso di Locanda Caddeo nello specifico, ma di certo un servizio di questo tipo sarebbe un’altra cosa per i turisti della città». Turismo, che secondo Bolognese è una scienza. «Le persone si laureano in questa disciplina, e noi qui ancora non abbiamo i bagni pubblici». Chissà se i turisti, tra via Roma e Largo Carlo Felice, peferiscano i bagni o lo shopping su marcipiede caratterizzato da scritte giganti per evitare equivoci. «Certo è che siamo stanchi dell’illegalità». «L'urbano lo becchi solo se parcheggi in doppia fila», hanno commentato sotto la nota pubblicata su Facebook. E ancora: «Organizzazione da terzo modo, strade e città da terzo mondo. Comunque, a quanto il monclerino?». Per ora resta la solidarietà su Facebook. Sì, a volte il faccialibro serve anche a quello. Virginia Saba
NEGOZI SEMPRE MENO SORGIA: SI INTERVENGA
«A Cagliari il commercio è in agonia e i negozi stanno sparendo La sua parte storica è tra le più desertificate d'Italia, con il 31% di negozi chiusi». Alessandro Sorgia (Pdl) richiamando i dati forniti nei giorni scorsi da Confesercenti, ha stigmatizzato il rischio che con questo trend i piccoli commercianti possano sparire. «In via Garibaldi 16 serrande chiuse, 6 in via Manno e l'oscillazione della perdita economica per singola unità sfitta di superficie media varia da 22mila a 48mila euro. Chiedo pertanto quali iniziative intende portare avanti la Provincia per limitare i danni». «Le politiche del commercio non sono di competenza delle Province - ha risposto l'assessore allo Sviluppo economico, Piero Comandini - per cui non posso rispondere, se non a titolo personale, a un'interrogazione su questo argomento. Il regolamento consiliare, tra l'altro, prevede che le interrogazioni debbano essere su argomenti di competenza della Provincia » .