Dopo il primo lotto nel quale l’area è stata riportata alla sua pianta originaria la Regione è pronta a varare il nuovo cantiere che la renderà fruibile
CAGLIARI. Chiuso il primo lotto, in aprile si dovrebbe mandare in cantiere il secondo, quello che farà aprire definitivamente i cancelli della Manifattura tabacchi, area immensa, edifici di pregio, la memoria della città operaia, del lavoro femminile, delle conquiste sociali come il primo asilo in fabbrica per i bambini delle dipendenti. Il direttore generale dell’assessorato regionale ai Beni culturali, AntonioConti, ha chiuso l’ultima conferenza di servizi con una sostanziale condivisione del progetto per il secondo lotto presentato dallo studio Cascìu. In aprile è prevista la consegna del progetto definitivo e quindi la determinazione regionale che approva il secondo lotto e dà il via alla fase più importante del grande progetto di restauro della Manifattura tabacchi. Il primo lotto nel quale sono stati spesi centomila euro aveva lo scopo di liberare la Manifattura di cento anni di costruzioni, ricostruzioni, aggiunte: gli spazi sono stati sgombrati di ogni sorta di cavi e della grande quantità di eternit che è stata trovata ovunque nei locali abbandonati, la pianta originale è stata ripristinata.Nel tempo, col cambiare delle esigenze, la Manifattura ha subìto numerosi interventi che avevano quasi cancellato la pianta originaria soprattutto in alcuni punti. Adesso la Manifattura è nella stessa condizione voluta dai progettisti che la ricavarono da un ex convento.Il secondo lotto, per tre milioni di euro lordi (due milioni e mezzo di lavori), «renderà gli spazi fruibili», riassume il direttore generale Conti. Diventerà un grande spazio che potrà essere dato in gestione. Resta ferma l’idea di lasciare lo spazio destinato alla Fabbrica della creatività a disposizione dell’Università, ma la Manifattura è immaginata come un luogo che offrità spazi anche a diverse altre categorie di operatori.Gli artigiani di sicuro, la Camera di commercio ha chiesto di essere inserita nell’elenco degli aspiranti gestori, ma non solo. Lo spazio è enorme, sulla carta è possibile creare un condominio tra ateneo, Comune, la Regione che è proprietaria dell’area, uno spazio per metterci la biblioteca l’ha chiesto anche il Consiglio regionale e l’idea è quella di non escludere le varie possibilità. La gestione è un tasto delicato perché attraverso questa passa il futuro della struttura. E’ necessario trovare un gestore che investa nelle strutture per attrezzare gli spazi i quali saranno consegnati dalla Regione in perfetto stato ma vuoti. Serve un tavolo per concertare la destinazione della Manufattura e quindi decidere attraverso quale formula dovrà essere gestita e con la partecipazione di chi. L’area è molto grande, la città ne ha bisogno, ma perché un sistema del genere funzioni ci vuole un «condominio intelligente». (a.s.)