CHIOSCHI Il
partito democratico in consiglio comunale chiama a raccolta tutti i protagonisti istituzionali della intricata vicenda dei baretti. E spunta l’ipotesi di una legge ponte per salvarli
Basta contrapposizioni tra enti e divisioni tra schieramenti politici. I chioschi del Poetto devono essere salvati ed è necessaria al più presto una soluzione. E il gruppo consiliare del Pd a palazzo Bacaredda sembra avere un asso nella manica, che sarà calato nei prossimi giorni. Centrosinistra e opposizione in Comune, Regione e esperti della materia si siedano intorno a un tavolo, e in fretta, per trovare il bandolo di una matassa sempre più intricata, magari attraverso una legge ponte in accordo con tutte le norme in materia (per sventare un ulteriore legnata della Procura): questo il senso dell’appello che il gruppo del partito democratico ha lanciato ieri a tutti gli interlocutori, dal centrodestra all’assessore comunale all’Urbanistica Paolo Frau fino a quello regionale Nicola Rassu. Di mezzo ci sono posti di lavoro, tanti, e un servizio del quale la città sembra non poter fare a meno. Il Pul (piano di utilizzo del litorale) ha ricevuto il pri- mo via libera in consiglio comunale lo scorso 31 ottobre. Da allora sono iniziati i passaggi burocratici, gli scontri fra Comune e Regione, il decreto emanato dall’assessore Rassu respinto dagli uffici comunali, la nuova inchiesta della magistratura (le strutture dovrebbero essere state già smontate). Un ginepraio per uscire dal quale, finora, non si è trovata la giusta strada. L’incertezza potrebbe finire: il condizionale è d’obbligo, perché in questa vicenda di soluzioni se ne sono trovate tante ma sono rimaste lettera morta. Il partito democratico, nell’appello lanciato ieri sul sito, invita soprattutto alla rapidità. «Confrontiamoci nel merito tecnico e politico per trovare una soluzione condivisa per il bene della città. Dobbiamo farlo prestissimo, nelle prossime ore». E la tavola rotonda alla ricerca della concordia sulla questione-baretti del Poetto potrebbe svolgersi già nella giornata di lunedì. Una sedia, questo l’auspicio dei 13 consiglieri comunali Pd, potrebbe essere occupata da Gian Valerio Sanna, tessera Pd in tasca e tra i padri del Piano paesistico regionale. Uno che sul tema tutela delle coste è preparato. Per il momento dal partito di Bersani non arriva alcuna indiscrezione sul contenuto della proposta che sarà avanzata a breve. Certo, l’assessore regionale all’Urbanistica, Nicola Rassu, ha già lanciato una ciambella di salvataggio, proprio con quel decreto che porta il suo cognome. Su questo punto, come già noto, dalle parti di via Roma il rifiuto è praticamente netto: non tanto per il diverso colore politico dal quale proviene la proposta, bensì perché «c’è il concreto rischio che in caso di ricorso alla nostra autorizzazione, sulla base di un decreto che non prevede neppure la retroattività, gli operatori saranno costretti a bloccare l’attività in piena estate». Parole pronunciate, più di un mese fa, dal sindaco Massimo Zedda. E il primo cittadino non risulta tra i vari destinatari della missiva inviata dal Pd, che in Comune conta 13 consiglieri e che già da tempo rivendica maggiore concertazione per le decisioni politiche da prendere.
P. R.