Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Un comico ai tempi della crisi

Fonte: L'Unione Sarda
21 marzo 2013


UN CAFFÈ CON. Massimiliano Medda: «Non mi riconosco più nel Pd, preferisco Grillo»
 

«La Marina? Meglio oggi. I chioschi? Errori del passato»
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La maestra, scuola elementare Satta, piazza del Carmine, lo descrisse nella pagella: Chiuso e incapace di comunicare . Poi, come disse quello, «non è che si cambia ma ci si svela». La rivelazione è arrivata col tempo e perdura da 27 anni, dato che Massimilano Medda, nato a Cagliari il 21 novembre 1964, sposato con Pina il 7-8-1999 («fammi il favore controlla tu la data nella fede che deu non mi da recordu e non ci biu nudda»), un figlio, Pietro, 11 anni, con i suoi Lapola perpetua il successo artistico con un 15% di share e 230mila contatti nel giorno (lunedì scorso) in cui il suo show televisivo (Videolina) ha fatto i conti con quello di Neri Marcorè, Rai3.
Ma non è di spettacolo né di salamelecchi ad aziende sorelle che si discute durante questo caffè, ma di Cagliari vista con gli occhi del casteddaio dei casteddai. Uno che per dirla tutta, vive alla Marina, è malato di Cagliari calcio, fa le vacanze al Poetto, vota Grillo, difende a spada tratta il sindaco Zedda e il giorno che inaugurarono il Brotzu, 1983, era uno dei suoi primi infermieri ausiliari. «Fui assunto dall'ufficio di collocamento come manovale, poi ho lavorato come ausiliario in reparto sino a 7 anni fa».
Dal 2006 hanno deciso di valorizzare la sua dote di comunicatore.
«Sì, sono passato all'Ufficio relazioni con il pubblico e ora nella segreteria della direzione generale».
Però è partito dalla gavetta. Esiste ancora la figura dell'ausiliario?
«Si sta modificando. Oggi si parla di Operatore socio sanitario. Lavoro duro ma mi piaceva molto. Aiuti nei loro bisogni quotidiani tante persone che non stanno bene»
Cosa ha imparato dalla vita in ospedale?
«A contatto con la sofferenza rifletti sul tuo star bene, sulla fortuna di condurre una vita bella. Il Brotzu è stato utile per relativizzare la vita nel mondo dello spettacolo: la sera sei acclamato dal pubblico la mattina torni a fare un lavoro umile che ti riporta con i piedi per terra. Passi dalle stelle alle brande».
Lei è nato e vive alla Marina, com'era e com'è?
«Le montagne di immondezza di quando ero bambini non ci sono più. Oggi è un quartiere pulito dove si concentra la vita notturna della città Tanti ristoranti, trattorie, molte attività culturali e di spettacolo. Bello».
Che però hanno portato caos. O no?
«C'è casino, è vero. Ma non si può tornare agli anni in cui le strade erano buie e avevamo tutti paura».
La soluzione?
«Regole eque da far rispettare senza sconti. Sarebbe un vantaggio per tutti, residenti e commercianti. Il quartiere deve restare vivo ma non puoi far musica fino alle 4 del mattino. Se ti danno uno spazio stradale di 20 tavolini non ne puoi mettere 50».
In trasmissione ha lanciato il personaggio anti-Zedda, interpretato da Stefano Lorrai, per cui qualsiasi cosa accada è colpa del sindaco. Perché?
«Per esorcizzare una brutta piega. Molti ignorano la realtà dei fatti e se la prendono con lui. E noi cerchiamo di sdrammatizzare».
I chioschi del Poetto chiusi. È colpa di Zedda?
«Non mi sembra. È una situazione complessa, che ha radici nelle politiche del passato, quella che non permette ai chioschi di stare lì. Emilio Floris è indagato per questo».
Stadio Sant'Elia chiuso, è colpa di Zedda?
«No, è di chi 15 anni fa non ha affrontato il problema. Ai mondiali del '90 avevano dato un'imbiancata, una tettoia e lo stadio degli anni Settanta è rimasto tale. Cellino mi aveva fatto vedere progetti e le Giunte passate non avevano mai trovato un accordo e quei piani li avevano sempre bocciati».
Ente Lirico e caso Crivellenti.
«Non è un argomento che conosco. Però se la nomina è stata riconosciuta legittima dal ministero...»
Ma insomma, ce la trova o no una colpa di Zedda?
«Dovrebbe comunicare un po' di più, spiegare quello che sta faccendo. Anche Soru non comunicava con la gente. Zedda in parte lo fa ma non completamente. Però diciamolo:è un po' sfigato. Non ci sono più soldi. Per capirci: siamo passati dai concerti di Zucchero a Capodanno al niente».
Cellino agli arresti.
«Mi dispiace per lui, per Contini e per tutti gli altri. Non è facile. Non esprimo giudizi. Sinceramente, al primo impatto mi è sembrato eccessivo l'arresto ma se la magistratura ha così operato ci saranno stati buoni motivi. La verità è che quello stadio a Is Arenas non doveva nascere. Come ha detto il prefetto Serra il Cagliari deve cercare un nuovo spazio».
Il presidente Cappellacci è difficile da imitare?
«È più anonimo».
Anche la sua gestione?
«Dovrebbe riuscire a fare la zona franca per ottenere un buon risultato. Deve avere più coraggio».
Grillo da comico a capo di un Movimento. Anche lei tentò la carriera politica.
«No. Diciamo che mi ero fatto convincere a candidarmi nelle liste dei Ds per le Provinciali, anni '90. Nel volantino avevo messo la frase di signor Pino, il falegname della Marina, “Custu puru s'è postu a fai politica, pogaridari”. Presi 3.000 voti, non mi elessero. Meglio così».
Ieri i Ds e oggi con chi sta?
«Non ho mai avuto una tessera di partito».
Però?
«Non mi sento rappresentato dal Pd e non lo sarò fino a quando ci saranno persone come D'Alema».
Quindi ha votato?
«Il Movimento 5 Stelle. Forse avrei votato Renzi, anche se non mi è simpatico, perché ha cercato di cambiare la nomenclatura».
Perché Grillo?
«Perché il Movimento nasce in un momento di particolare disagio in Italia in cui la politica ha perso onestà».
Non le sembra però che i grillini siano carenti di una cosa a lei cara, l'ironia?
«È vero. Si prendono troppo sul serio. Grillo però mi fa ridere. Anche se in questo suo ultimo ruolo si è incattivito. Ci stava durante la campagna elettorale ma ora che è finita dovrebbe dare un altro segnale».
Si candiderebbe a fare da ponte tra la satira e il Movimento?
«Be' già Ketty Manca fa parte dei grillini, ma è una satira leggera».
A chi lo offre un caffè?
«Ai disoccupati, ai sottoccupati, agli esodati. Auguro loro di riuscire ad andare avanti verso tempi migliori».
Francesco Abate