CASTELLO DI SAN MICHELE
nel 2001, “Da Tiziano a De Chirico”, nel 2003. Due mostre che ancora i cagliaritani ricordano al Castello di San Michele. Crisi lontana, tempi di “grandeur ” per l’arte in città. Nel 2013 torna Picasso, ma si parte da Durer, quattro secoli e mezzo prima. Opere grafiche, magari meno roboanti, ma non per questo meno importanti, provenienti dalla Collezione ArtCamù. “Spazi - Da Dürer a Picasso”, il titolo della mostra che si inaugura domani alle 18 al Castello di San Michele, che si preannuncia come una delle esposizioni temporanee di punta a Cagliari, visitabile fino al prossimo 8 settembre. “Spazi ”, perché il tema trattato nelle opere selezionate (quasi novanta) è il paesaggio, così come lo hanno affrontato venti artisti, nei loro lavori: incisioni, acquetinte, acqueforti, xilografie, litografie. I nomi presenti in mostra qualche brivido lo mettono: da Dürer a Rembrandt, da Piranesi a Goya, da Manet a Hodler, da Picasso a Carrà, Depero e Dalì, da Chagall a Moore, a Giacometti. Undici le sezioni in cui si articola l’esposizione, organizzata e prodotta dal Consorzio Camù e realizzata in collaborazione con il Comune, curata da Lidia Pacchiarotti e Carla Orrù (i testi critici sono di Efisio Carbone). “Paesaggi di sfondo”, con Durer che sposa la prospettiva della scuola rinascimentale italiana con la visione analitica di quella tedesca, poi approfondita dalla pittura fiamminga; “Dentro il paesaggio”, “Paesaggio notturno”, con Depero e le sue linee futuriste, “Paesaggio urbano”; Paesaggio archeologico”, con la visionarietà e i “capricci ” di Piranesi e le sue Antichità, Moore e la rappresentazione plastica, dal tratto scultoreo, di Stonehenge, “Paesaggio industriale ”. E “Territori ”, “Skyline”, “Acqua”(la delicatezza di un’acquatin - ta di Manet), “Rocce ”, “Alberi”. Sorprendono le opere oniriche di Hodler, il disegno rapido dell’ultimo Picasso, la luce oscura di Goya, il tratto fiabesco di Chagall, le linee di Depero, Dalì, e Giacometti, il minimalismo contemporaneo di Kelly: due superfici, bianca e nera, l’orizzonte. Si salta vertiginosamente nel tempo, non c’è ordine cronologico precostituito nella sequenza delle opere. Alla presentazione in anteprima della mostra sono intervenute le curatrici Lidia Pacchiarotti e Carla Orrù. «Abbiamo scelto come tematica autonomamente trattata dagli artisti il paesaggio, perché abbiamo voluto mettere in relazione le opere con lo spazio e il territorio che le ospitano», ha detto Pacchiarotti. La selezione, stretta, delle curatrici non ha guardato agli autori né ai diversi periodi storici, ma il timone è stato il tema affrontato, gli “spazi ” in tutte le loro declinazioni, «senza distinguere fra appuntamenti artisti più o meno importanti». L’as - sessore comunale alla Cultura, Enrica Puggioni ha messo in evidenza la valenza didattica della mostra: «La cittadinanza verrà coinvolta, il Castello non sarà solo spazio da visitare ma da abitare». La collega alle Attività Produttive, Barbara Argiolas, le ha fatto eco: «Arte e cultura sono fattori di attrazione turistica fondamentali per la città». L’aspetto della didattica. Ne ha parlato anche Francesca Spissu, del consorzio Camù: la mostra prevede laboratori per piccoli e adulti, per favorire una riflessione sul rapporto tra paesaggio reale e arte. Per guardare in un altro modo, attraverso il segno artistico, “spazi ” e natura.
Massimiliano Messina