I dati illustrati dalla Provincia registrano una riduzione del 10% degli arrivi e dei giorni di permanenza: cresce il numero dei sardi che sceglie il sud dell’isola
CAGLIARI. L’industria delle vacanze segna il passo, e la sua crisi si riflette immediatamente su tutti i settori produttivi della città e della provincia: commercio, artigianato, edilizia, servizi. Ieri i vertici della Provincia hanno presentato i dati della staagione 2012. Dati sconfortanti, sia per il calo generalizzato di presente che per i tempi medi di permanenza nelle strutture ricettive. Sfuggono chiaramente a questa verifica i dati relativi all’uso delle seconde case, affittate in nero, ma una verifica empirica dei cartelli “affittasi” nelle principali località di mare anche nel pieno della stagione lascia intendere che siamo stati ben lontani dal tutto esaurito. I dati si riferiscono al 2012 e al 2011.
Per i primi il calo è stato quasi del 10% (509.789 arrivi contro i 564.711 dell’anno precedente) mentre per le presenze la diminuzione è stata di oltre il 12% (2.277.043 presenze nel 2012, 2.592.158 nel 2011). La permanenza media è scesa a 4,47 giorni, rispetto ai 4,59 del 2011. I dati sono stati presentati dall’assessore provinciale al Turismo, Piero Comandini, e dal presidente Angela Quaquero. La raccolta dei dati avviene in pratica automaticamente con la raccolta dei dati che arrivano dagli operatori turistici e dalle Questure, e il primo dato riguarda le differenza tra turisti italiani e stranieri. Oggi siamo al 63 per cento di connazionali. «Qualche anno fa – ha sottolineato Comandini – l’80% della presenza turistica era rappresentata da italiani. Sui flussi degli stranieri influiscono sicuramente i voli a basso costo, i low cost, che portano come effetto collaterale, però, la vacanza breve. Considerato quello che è successo con la cosiddetta flotta sarda, speriamo che funzioni l’accordo che i comuni hanno fatto con le compagnie marittime per tariffe turistiche davvero agevolate. La mancanza di concorrenza vera non fa bene al turismo». La presidente Quaquero ha aggiunto che dal 2011 dalla Regione non arrivano più finanziamenti per il turismo. «Utilizziamo mezzi nostri anche per gli incontri promozionali che facciamo sul territorio, i tagli sono iniziati dagli enti locali, aggiungendo problemi ad una situazione che è già di sofferenza».
Analizzando i principali centri turistici della Provincia, è Pula a registrare il calo maggiore negli arrivi, tra il 2012 e il 2011, il 19% in meno ed un decremento di circa il 12% delle presenze, mentre Muravera va in controntendenza, con aumenti sia negli arrivi (+6,05%), che nelle presenze (+5,57%). Villasimius ha -15,55% di arrivi, -18,35% delle presenze, Cagliari un calo del 13,11% negli arrivi e del 17,55% delle presenze. A Quartu crollano le presenze (-36,55%), mentre aumentano gli arrivi (+21,78%). La Provincia di Cagliari, secondo la rilevazione statistica sui flussi turistici operata dell’ente intermedio, ha 192 strutture ricettive alberghiere, con 25.207 posti letto, 136 strutture extralberghiere (esclusi gli alloggi agrituristici) con 13.598 posti letto. Ci sono inoltre 486 bed and breakfast, con poco più di 2000 posti letto. Pur con un calo sia degli arrivi che delle presenze, sono sempre i tedeschi i principali frequentatori delle località turistiche della Provincia, mentre il mercato turistico nazionale vede in lombardi, come maggiori amanti delle spiagge del Sud orientale della Sardegna. Gli arrivi dalla Germania sono calati di oltre il 7%, le presenze di quasi il 5%. Dopo i tedeschi, gli svizzeri, salgono al secondo posto con +12,77% degli arrivi e +5,10% delle presenze. Calano i turisti francesi, che restano comunque al terzo posto, al quarto si affermano i russi, con un +13,05% degli arrivi e +10,65% delle presenze, con il quinto posto crescono gli austriaci +20% dei arrivi e +7,53% delle presenze), mentre il crollo, comprensibile vista la crisi che ha colpito il paese iberico, si registra nel mercato turistico spagnolo: oltre il 28% in meno negli arrivi e il 53% in meno nelle presenze. Tra i turisti italiani, dopo i lombardi sono i laziali a scegliere la Sardegna meridionale, quindi Piemontesi, Emiliani e Veneti. Ma il secondo posto, sia per le presenze spetta agli stessi sardi, che scelgono le spiagge del sud dell’Isola per le vacanze. Forse questa scelta è la migliore dimostrazione della crisi, anche se può essere letta anche come la conferma che non serve allontanarsi per trovare il luogo della vacanza ideale. (g.cen.)