Rassegna Stampa

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Poetto, Paolo Casu sul'ex ospedale Marino: "Miniera di incuria e rifiuti"

Fonte: web Castedduonline.it
21 marzo 2013

    Emergenza amianto

di
Valentino Medagliani

Mercoledì 20 Marzo 2013 | 14:00

“Miniera dell'incuria e dei rifiuti” così Paolo Casu (Democrazia e Solidarietà) ha ribattezzato l'area delle strutture dell'ex ospedale Marino. Amianto, aree pericolanti accessibili a tutti, recinzioni aperte e in alcuni casi assenti, in un'area che aspetta la riqualificazione da quasi vent'anni. Il consigliere del Comune di Cagliari, oggi nel corso di un sopralluogo all'ex ospedale, ha annunciato la presentazione di una mozione in aula e un esposto alla procura. “Si sarebbe già dovuto provvedere da tempo – dice Casu – alla messa in sicurezza delle strutture. Oggi è diventata un'emergenza. Le recinzioni sono inadeguate, chiunque può avvicinarsi e transitare nell'area. La zona andrebbe posta sotto sorveglianza con guardie giurate. Gli edifici abbandonati e fatiscenti sono diventati rifugio per i senzatetto e l'amianto è presente ovunque. C'è un grave ritardo della politica, regionale e comunale”.
Senza barriere di protezione (a differenza dell'ex pronto soccorso e del blocco ospedaliero) un ex deposito di materiali, diroccato e con evidenti segni di incendi. Danneggiate le coperture in Eternit. “Sono stati spesi 500mila euro – spiega il consigliere comunale – per bonificare l'amianto sull'arenile. Materiale in una condizione che Arpas e commissione di inchiesta hanno valutato come non pericoloso. Niente è stato fatto per queste strutture realmente pericolose. Lo dico da tecnico: le fibre di amianto, in queste condizioni di deterioramento, rilasciano polveri nocive per la salute. Le risorse a disposizione sono state spese male, chiamerò in causa la Corte dei Conti”.
A pochi metri dal deposito una vecchia stazione di pompaggio dell'acqua marina verso le saline, diventato un rifugio per i senzatetto.
Casu lancia una bordata anche sull'appalto di riqualificazione dell'ex blocco ospedaliero: “I lavori sono in ritardo di oltre un anno. Chi ha vinto l'appalto forse ci ha già ripensato, ha capito che qua in Sardegna non è possibile fare niente”.
Presenti al sopralluogo anche gli esercenti dei chioschi. Una presenza, quella dell'ex ospedale, conteggiata nel Pul. “Si parla di centinaia di migliaia di metri cubi inseriti nel piano a danno dello sviluppo degli esercizi di ristorazione”.
Sempre più in bilico la situazione dei chioschetti sul litorale cagliaritano. “Siamo trattati da fuorilegge. Noi abbiamo rispettato quello che l'amministrazione ci ha imposto” sostiene Maurizio Marongiu, proprietario del Twist. “Abbiamo demolito e ricostruito – aggiunge Antonio Congela (Capolinea) – montare e smontare le strutture è un'operazione insostenibile in termini economici. Il costo è di 30 mila euro a stagione, senza considerare che occorrerebbero 3 mesi di tempo per farlo”.