LA BATTAGLIA
I dipendenti bloccano gli straordinari, attività consiliare in ginocchio rabbia sul fondo incentivante
PALAZZO BACAREDDA
Farris: una giunta di veri dilettanti L’assessore Sassu: aspetto l’incontro con il prefetto
I dipendenti comunali, nel primo giorno di blocco delle attività straordinarie, riescono a mandare nel pallone i lavori del consiglio comunale. Una delegazione ha creato un presidio permanente in una sala al primo piano dell’ala sinistra di palazzo Bacaredda. Alle 18, orario di inizio dell’extra time per i 1400 lavoratori, stop ai servizi di diretta streaming della seduta, della votazione elettronica ed tasto off al registratore automatico. Risultato: caos totale e lavori tornati “all’antica”. Con la dirigente del servizio Politiche sociali, Ersilia Tuveri, nel ruolo di verbalizzante a mano delle parole dei consiglieri. Che per intervenire alzano la mano, e il presidente Ninni Depau che scrive su un foglietto la lista di chi deve parlare. «Vogliamo dimostrare che la macchina amministrativa va avanti con la volontà dei colleghi che vogliono andare incontro alle richieste dei dirigenti », spiega Nicola Cabras, rappresentante Rsu comunale, «ora salteranno fuori le criticità. È un problema di sistema, legato alla distribuzione delle risorse, chiediamo di discutere il nuovo sistema previsto». In apertura dei lavori, Ninni Depau afferma che «lo sciopero è diritto inalienabile, manifesto la mia vicinanza ai lavoratori, pur non entrando nel merito della vertenza. L’augurio è che questo momento si possa superare». E sul caos che corre in ogni metro quadro di palazzo Bacaredda, gli interventi si sprecano. Giuseppe Farris, capogruppo Pdl, è chiaro: «La gestione del personale è la cifra dei dilettanti allo sbaraglio, la giunta si è resa conto solo dopo le prestazioni dei dipendenti che il fondo in questione era insufficiente, ora cerca di correre ai ripari per l’annualità successiva, mettendo una pietra tombale sul passato. È inaccettabile, l’aiuto dei dipendenti comunali è prezioso, hanno sempre operato bene». Il capogruppo Sel, Sergio Mascia, auspica «una soluzione condivisa rapida, visto il momento di crisi. L’assessore Sassu ha la nostra totale fiducia». Critico Anselmo Piras (Ancora per Cagliari): «Il presidente Depau sfiducia la Sassu, dando la solidarietà ai lavoratori. È caos politico, i dipendenti erano l’ultimo baluardo per operare bene». Fabrizio Rodin, Pd: «Vicinanza ai lavoratori. Sono certo che la vicenda sarà risolta al meglio». E Luisa Sassu, assessore al Personale, osserva: «In questo momento uscire con comunicati non ha senso, attendo il tavolo d’incontro col prefetto. Resta il dialogo costante, mai mancato, col sindacato». L’aula ieri ha arrancato, ma è riuscita a esprimersi sul regolamento per i lavori del consiglio. In ballo c’era un emendamento presentato da Giovanni Dore (Idv), che chiedeva di lasciare a due terzi di seduta il limite minimo per incassare il gettone in favore dei consiglieri. Ma la proposta è stata duramente criticata in una sequela di interventi bipartisan che, in sintesi, l’hanno bollata come antipolitica spicciola, peraltro fuorifuoco: la casta, si è detto da più patri, non è certo a palazzo Bacaredda, dove si guadagna qualche centinaio di euro al mese. Emendamento bocciato e regolamento, non modificato, passato anche con il voto di Dore.
P. R.