Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Legge-scempio per gli stagni all’esame della Consulta

Fonte: La Nuova Sardegna
20 marzo 2013


ricorso del governo
 

CAGLIARI. La legge-scempio per gli stagni, elaborata dalla giunta regionale per salvare dalla demolizione l’ormai celebre palazzo di via Gallinara, abitato da dirigenti dell’amministrazione, non è...



 

CAGLIARI. La legge-scempio per gli stagni, elaborata dalla giunta regionale per salvare dalla demolizione l’ormai celebre palazzo di via Gallinara, abitato da dirigenti dell’amministrazione, non è costituzionale: a sostenerlo è la presidenza del consiglio dei ministri, che ha ricorso al giudice delle leggi per chiedere che il disegno di legge numero 20, varato dall’esecutivo Cappellacci il 12 ottobre dell’anno scorso, venga dichiarato illegittimo. Secondo il governo la norma è in contrasto proprio con quel Codice Urbani cui è esplicitamente riferita, perché mentre la legge nazionale prevede la tutela della fascia di inesdificabilità assoluta dei trecento metri anche per le zone umide,la giunta sarda ha voluto escluderle. Paradossalmente infatti la Regione ha voluto mantenere la tutela per i laghi artificiali, mentre pretende di dare via libera al cemento negli spazi attorno al Molentargius, a Santa Gilla, agli stagni di Cabras e ad altri ecosistemi delicatissimi, spesso abitati da specie di uccelli pregiate e rare. Una scelta già bocciata dal Consiglio di Stato, che con la sentenza del 12 aprile 2012 ha chiarito come tutte le zone umide siano coperte dalla tutela del Codice del paesaggio. Quella decisione sembrava aver chiuso il discorso, invece cinque mesi dopo la giunta Cappellacci l’ha ignorata fornendo con la legge 20 un’interpretazione del piano paesaggistico regionale - diretta emanazione del Codice Urbani - opposta a quella dei giudici amministrativi di palazzo Spada. La controversia, che ha finito per coinvolgere la Corte Costituzionale, era partita dall’iniziativa giudiziaria di un imprenditore cagliaritano, la cui casa costruita decenni fa a rispettosa distanza dalla battigia del Molentargius, nella zona del Poetto, è stata improvvisamente oscurata da un palazzo di cinque piani. Quel palazzo era stato autorizzato, ma tra esposti alla Procura, ricorsi al Tar e interventi in autotutela del Comune è finito sotto ordine di demolizione comunale. Col tempo si è scoperto che due dei costosi appartamenti del palazzo sono stati acquistati da dirigenti regionali. (m.l)