A Cagliari non applicata la norma che ha salvato i chioschi quartesi
Spunta un documento approvato nel 1999
Sul fronte quartese ha salvato quattordici chioschi da un calvario fatto di indagini per abusi edilizi, ordinanze, demolizioni e ruspe: un regolamento varato dall'amministrazione - allora guidata da Graziano Milia - consente ai gestori dei baretti di avere nel cassetto una concessione edilizia regolare, in attesa dell'approvazione del Piano di utilizzo dei litorali di Quartu. A Cagliari questo non è successo, nonostante il Consiglio comunale, sempre nel 1999, avesse approvato un documento con cui si dava il via libera a un regolamento gemello, che stabiliva le norme per «i manufatti amovibili nel litorale del Poetto».
In base a queste norme ottennero la licenza i proprietari di due chioschi, quello dell'Emerson e quello dell'Iguana, che al momento sono tra i pochi a non aver dovuto demolire e ricostruire le strutture. La delibera 96 del '99 autorizza la costruzione di chioschi «realizzati con pannelli di legno assemblabili in loco o con elementi prefabbricati, purché esternamente rivestiti di legno». Ancora: «I baretti possono poggiare su tavolati di legno rialzati ancorati su pali pure in legno amovibili infissi nella sabbia». Insomma: strutture molto simili a quelle che attualmente si trovano sulla sabbia del Poetto, su cui pende l'ordine di rimozione del Comune. Ovviamente il documento consente «l'esercizio delle attività destinate alla vendita di alimenti bevande, giornali, nei dodici mesi dell'anno». L'assessore all'Urbanistica Paolo Frau non ritiene utilizzabile il regolamento, identico a quello che ha salvato i chioschi quartesi, visto che il documento non avrebbe rispettato le procedure previste: «A quanto ci risulta è stato approvato una sola volta dal Consiglio, mentre Quartu ha portato a termine anche il secondo passaggio in aula e ha dato vita a un vero e proprio piano di zona». Questo non è successo a Cagliari, nonostante sulla base di quel documento siano state accordate due concessioni. Dunque la Giunta ha cercato nuove soluzioni: «La strada seguita dalla nostra amministrazione è un'altra: nell'attesa del Pul abbiamo emanato delle linee guida che seguono le nuove disposizioni regionali. I chioschi realizzati due anni fa sono stati autorizzati in base a queste norme, che prevedono la precarietà e l'amovibilità delle strutture». E la normativa varata dalla Giunta Zedda, ricorda Frau, «si è allineata alle sentenze che si sono succedute nel tempo».
La disparità tra il caso di Quartu e quello di Cagliari è comunque lampante. Anche perché i due regolamenti vennero approvati quasi contemporaneamente e i dirigenti dei due Comuni lavorarono per mesi gomito a gomito, perché l'obiettivo era quello di dare una normativa omogenea al litorale. I risultati però sono stati diversi.
Michele Ruffi