Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Inchiesta-bis sui baretti, gli indagati sono diciannove

Fonte: L'Unione Sarda
18 marzo 2013


POETTO. Il pm contesta violazioni urbanistiche e paesaggistiche


Ormai era scontato, ma ora c'è l'ufficialità. La Procura ha formalmente aperto l'inchiesta sui 15 baretti del Poetto che avrebbero dovuto essere smontati lo scorso 31 ottobre e ha anche già provveduto a iscrivere nel registro degli indagati per violazioni urbanistiche e paesaggistiche i nomi dei diciannove titolari.
L'INCHIESTA Si tratta di un atto dovuto dopo che, giovedì mattina, a Palazzo era arrivata l'informativa della polizia municipale con le relazioni tecniche e fotografiche sulle strutture temporanee che sono ancora in piedi nonostante non abbiano più alcuna autorizzazione valida. A occuparsi del fascicolo è il pm Gaetanto Porcu, lo stesso magistrato che ha condotto l'indagine sui vecchi chioschi abusivi abbattuti nel 2011 sfociata il 5 marzo scorso in una raffica di condanne in primo grado. E molti dei nomi dei nuovi indagati sono gli stessi della precedente indagine. Insomma, la sensazione è di trovarsi di fronte a un film già visto.
LA STORIA DEI CHIOSCHI Per ricostruire la vicenda, per certi aspetti quasi paradossale, bisogna tornare a un anno fa, quando, ultimata la demolizione delle precedenti strutture abusive e in attesa dell'approvazione del Piano di utilizzo del litorale (ancora lontana), il Comune rilasciò delle concessioni provvisorie per realizzare dei chioschi in legno amovibili e molto più piccoli rispetto a quelli del passato. L'autorizzazione prevedeva che entro il 31 ottobre i nuovi baretti venissero smontati e che per la stagione estiva 2013 si rinnovasse l'intero iter, ma ciò non è mai avvenuto. I baretti sono rimasti in piedi mentre Regione e Comune hanno continuato a litigare e a rimpallarsi le responsabilità, senza però trovare una via d'uscita. E a nulla è servito proporre soluzioni - l'ultima in ordine di tempo è quella del consigliere regionale del Pdl Edoardo Tocco - come l'adozione urgente di una legge regionale per scongiurare l'abbattimento dei chioschi. Alla fine, con in mano le relazioni della polizia municipale e della Capitaneria di Porto, è intervenuta la magistratura: i baretti avrebbero dovuto essere smontati 5 mesi fa e a partire da allora quelli ancora in piedi sono da ritenersi a tutti gli effetti abusivi.
INDAGINI FOTOCOPIA Il nuovo fronte giudiziario si apre ad appena due settimane dall'epilogo del processo di primo grado per i vecchi chioschi abbattuti nel 2011, che si è concluso con la condanna dei 18 titolari a pene tra il mese e gli otto mesi e dieci giorni di reclusione. Verdetti a cui la difesa aveva annunciato di volersi opporre in appello: «La risposta giudiziaria - aveva spiegato l'avvocato Matteo Pinna, che tutelava undici dei diciotto imputati - resta probabilmente la meno adatta a classificare una storia come quella dei chioschi del Poetto. Anche le vicende degli ultimi tempi dimostrano che non abbiamo certo a che fare con spregiudicati speculatori immobiliari, ma con piccoli imprenditori che hanno il più delle volte subito, più che giovarsene, le incertezze e le lacune normative, le complessità burocratiche, e soprattutto una politica dalla quale in molti si aspettavano risposte diverse e più rapide». Incertezze e lacune che forse li hanno convinti a ingaggiare l'ennesimo braccio di ferro, che adesso rischia però di costare loro una nuova condanna penale.
M. Le.