Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Sotto accusa 15 chioschi indagati tutti i proprietari

Fonte: Sardegna Quotidiano
18 marzo 2013

LA BATOSTA AL POETTO

 PROCURA Nuovo capo d’imputazione per i titolari dei baretti, che dovevano essere smantellati subito dopo il 31 ottobre. Il nuovo filone d’indagine può portare al ritiro alle concessioni

 Sono tutti iscritti nel registro degli indagati i gestori dei quindici chioschi del Poetto che hanno scelto di non smontare le loro strutture. Guai dunque per il Miraggio, il Nilo, il Calipso, il Corto Maltese, il Fico d’India, la Sella del diavolo, il Palm Beach, la Lanterna rossa, il Malibù, la Dolce vita, il Capolinea, il Twist bar, l’Ara Macao, l’Otium e la Sesta area: adesso, dopo le contestazioni finite al terzo piano di piazza Repubblica, rischiano di perdere la preziosa concessione demaniale che decade in caso di abusi. I tempi potrebbero essere brevi: la decisione del Comune sulle strutture è attesa per la prossima settimana. LE ACCUSE AI GESTORI Per tutti le accuse vanno dall’o cc upazione illegale di solo pubblico alle violazioni urbanistiche e paesaggistiche. Contestazioni identiche a quelle per cui, solo lo scorso 4 marzo, i titolai di 17 chioschi sono stati condannati dal giudice Massimo Costantino Poddighe a pene che vanno da otto mesi e dieci giorni di reclusione a un mese d’arresto. Una sentenza che - confermando in pieno l’impianto dell’accusa - ha piantato un primo punto fermo sulla spiaggia: in attesa del Pul - il piano di utilizzo dei litorali che la città aspetta da oltre 20 anni - le strutture sull’arenile devono essere temporanee e legate alla stagione balneare. Per questo in inverno devono essere smontate altrimenti diventano abusive e come tali perseguite. E così è stato: molti gestori, nonostante i numerosi richiami arrivati da più parti, hanno preferito ascoltare chi prometteva soluzioni, decidendo di non smantellare i baretti. La situazione in spiaggia, verificata da capitaneria di porto e polizia municipale e riportata su dettagliati verbali di contestazioni di reato, è finita sulla scrivania del pm Gaetano Porcu, che visionata la documentazione ha subito aperto la nuova inchiesta che si preannuncia molto più rapida e spedita rispetto a quella che ha portato alle recenti condanne.

LA PRIMA INDAGINE Nella prima indagine sugli abusi del Poetto, gli inquirenti aveva preso in esame la situazione della spiaggia dei Centomila sin dalla nascita dei baretti. Stando a quanto ricostruito dalle indagini, negli anni le strutture –nate da un’autorizzazione provvisoria rilasciata nel 1987 e scaduta a ottobre di quello stesso anno – so - no lievitate senza autorizzazioni. Un abusivismo rimasto incontrollato fino all’inchiesta seguita dagli accertamenti del Comune culminati con un’ordinanza di demolizione, firmata nel 2009 dagli uffici, che però si è arenata, nella speranza che venisse approvato il pul. Falliti i tentativi di dare forma e concretezza al piano di utilizzo dei litorali, nel 2011, in piena campagna elettorale per le amministrative, si tornó a parlare di demolizioni. Ma pur di fermare le ruspe l’allora sindaco uscente, Emilio Floris - neo eletto senatore del Pdl - firmò, allo scadere del mandato e di sabato mattina, una serie di ordinanze per sospendere i lavori che a suo dire, avrebbero arrecato grave rischio per i bagnanti. Una trovata che è costata all’ex primo cittadino e all’ex direttore generale del Comune Pietro Cadau, le accuse di falso e abuso d’uf - ficio e una richiesta di rinvio a giudizio che verrà discussa il prossimo 18 aprile.

Maddalena Brunetti

 in campo

LE PROPOSTE DI LEGGE IN CONSIGLIO REGIONALE

Le proposte di legge salva baretti in consiglio regionale iniziano a piovere: la prima è stata quella presentata dal centrosinistra, con il neosenatore Luciano Uras primo firmatario. Giovedì è arrivata quella del Pdl Edoardo Tocco.

IL DECRETO SALVA CHIOSCHI DELL’ASSESSORE RASSU

L’assessore regionale agli Enti Locali Nicola Rassu ha firmato un decreto che avrebbe dovuto allungare le concessioni fino al 31 dicembre. Ma il problema starebbe nel periodo dal 31 otobre a oggi in cui le strutture non sono state smantellate.

LA LINEA DEL COMUNE SULLA DEMOLIZIONE FORZATA L’assessore comunale all’Urbanistica, Paolo Frau, lo aveva detto subito: è necessario abbattere e ricostruire. Nei prossimi giorni è atteso dai suoi uffici il diniego all’accertamento di conformità paesistica

IL CASO SOPRAVVISSUTI

 

Concessioni edilizie ritirate, nelle scorse settimane, anche all’Iguana e all’Emerson. Chiosco di fronte all’ospedale Marino il primo e stabilimento balneare della quarta fermata il secondo. Le strutture avevano superato indenni la tempesta che si era abbattuta sulle altre dopo l’ordinanza di demolizione del 2009: i proprietari si erano fatti forti di autorizzazioni diverse, rilasciate nel corso degli anni, che il Comune ha ora deciso di annullare. In ballo adesso ci sono i ricorsi al Tar, ma anche per gli ultimi due “fortini ” il destino potrebbe essere segnato.