CAGLIARI. I titolari dei baretti non mollano. Al no del Comune alla richiesta di accertamento di conformità per far rimanere in piedi i chioschetti rispondono subito con le osservazioni. I documenti sono giá nelle mani dei legali: entro la fine della prossima settimana dovranno presentare le obiezioni al provvedimento del Comune notificato martedì scorso. Con quell'atto si formalizzava il diniego annunciato la settimana scorsa dal sindaco Massimo Zedda e dall'assessore all'Urbanistica Paolo Frau. Era, insomma, l'inizio del conto alla rovescia. Ma ora i commercianti ci provano con le osservazioni. La strategia ormai è chiara: prima di spendere per demolire e ricostruire sperano sempre in una legge regionale che superi i dubbi sollevati dall'amministrazione di via Roma sul decreto Rassu. Il problema, secondo il Comune, riguardava la retroattività del provvedimento. Come dire: va bene il futuro, ma il passato? E questa è stata la fondamentale ragione che ha portato al no. Con dispiacere, ma no. L'unica strada da percorrere, secondo l'amministrazione, è quella della demolizione. Solo con la rimozione si può ottenere l'autorizzazione, dice il Comune. Che promette una sorta di "aiuto" garantendo, dopo la riapertura, eventi, manifestazioni o mercati nel lungomare per rivitalizzare il Poetto. Tempi? Un mese, un mese e mezzo: se gli interventi dovessero cominciare subito per Sant'Efisio potrebbe essere tutto pronto. Ma l'operazione smonta- rimonta ha un prezzo: circa 15mila euro. Un ostacolo difficile. Ancora di più dopo i primi segnali negativi che arrivano dalla Regione a proposito del Pul, il Piano di utilizzo dei litorali che, in teoria, dovrebbe dare certezze al lavoro degli operatori. Polemica, anche per questo motivo, tra Comune e Regione. Nel frattempo si avvicina la ennesima settimana decisiva per il futuro dei chioschetti.(s.a.)