Regolamento animali
di Jacopo Norfo
Giovedì 14 Marzo 2013 | 18:45
Vietato dare da mangiare, ma anche da bere ai cani assetati durante la stagione estiva. Divieti esagerati secondo gli ambientalisti, anche quando si tratta di cani randagi. Il Gruppodi Intervento Giuridico commenta così le disposizioni del nuovo regolamento comunale sugli animali: “Un buon passo avanti per la tutela dei diritti degli altri animali.Positivi il recepimento delle fondamentali sensibilità di tutela degli altri animali (art. 1-2 del regolamento), i divieti di maltrattamento e di utilizzo per l’accattonaggio (artt. 8-9 del regolamento), nonché della pratica dell’abbandono (art. 11 del regolamento) e dei bocconi avvelenati (art. 13 del regolamento). I cani hanno diritto alla loro passeggiata quotidiana (art. 14 del regolamento), potranno accedere ai mezzi del trasporto pubblico (a certe condizioni, art. 18 del regolamento) e ai parchi e aree pubblici (art. 19 del regolamento). Non potranno esser tenuti più di 8 ore al giorno i cani alla catena, a patto che sia connessa a un collegamento scorrevole (art. 15 del regolamento), mentre sarà possibile la creazione di cimiteri per gli altri animali (art. 36 del regolamento). Tuttavia alcune disposizioni appaiono piuttosto discutibili: infatti non sarebbe consentito, per esempio, dar da mangiare nemmeno occasionalmente a un cane affamato o dissetarlo in una calda giornata estiva, men che meno mettere una piccola mangiatoia invernale per l’avifauna selvatica (“è vietato … gestire e dare da mangiare a tutte le specie di animali che vivono liberi sul territorio comunale ad esclusione delle colonie feline, compatibilmente con quanto previsto nel seguente regolamento, nonché alle specie faunistiche di particolare interesse ecologico che vivono o soggiornano in parchi, in aree verdi ed in alberate comunali, nei singoli casi in cui è presente una cartellonistica comunale derogatoria”, art. 9 del regolamento). Per i gatti è necessario esser un gattaio o gattaia patentati (art. 30 del regolamento). In tutti questi casi, altrimenti, s’incorre in sanzioni amministrative da 25 a 500 euro. Divieti poco sensati, non isolati in Italia, mentre già nel 1877 il Comune di Trieste obbligava i negozianti a tener durante l’estate una ciotola d’acqua fresca per i cani randagi. Parecchie luci, quindi, ma anche qualche brutta ombra”.