SAN MICHELE. La rabbia dei residenti e degli ambulanti del mercato
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«Qui le forze dell'ordine si vedono ogni tanto nelle strade intorno a via Podgora: arrestano qualcuno, verificano che i domiciliari vengano rispettati o rilevano qualche reato. Per il resto regna il far west». Il ragionamento dell'abitante di San Michele, originario di Assemini, viene interrotto dal rombo di un'auto che arriva a gran velocità e fa un testa-coda a pochi centimetri da una decina di persone in attesa dell'autobus.
MERCATINO E DISAGI Sono da poco passate le 11 e piazza San Michele è gremita di venditori ambulanti: qualcuno espone la propria mercanzia occupando tre, quattro metri di suolo pubblico, altri anche il doppio. «Se ogni tanto due vigili urbani facessero un giro, io dico che ci sarebbe un po' più di equità nel piazzale e anche di buona educazione: le parolacce e le liti qui non si contano, anche se di fronte hanno delle donne». Ignazio Cabitzo vende frutta e verdura da una vita: da quando esiste il mercatino in piazza (cioè una decina d'anni, quando l'amministrazione concesse lo spazio per evitare che gli ambulanti continuassero a occupare il marciapiede e la carreggiata di via San Michele), si è trasferito e mantiene sempre la stessa postazione. «Questa piazza è condannata al degrado se chi di dovere non segnala i disagi: ma se nessuno controlla, chi li segnala?».
NESSUN CONTROLLO Alcuni suoi colleghi si barricano dietro l'anonimato e azzardano: «Il mercatino qui doveva essere solo ortofrutticolo, ma di fatto alcuni "tappetari", specie verso via Bosco Cappuccio, vendono anche abbigliamento e oggetti usati non proprio in ottime condizioni: siamo sicuri che non siano provento di furto?». Persino i residenti non vedono di buon occhio quella parte del mercatino: «Sono anziana e non mi fido a passare dietro l'edicola», commenta Maria Rita M., 80 anni appena compiuti. «Certo, se ci fossero i vigili urbani avrei meno paura».
PIAZZA O PISTA? Dopo il mercato, nel primo pomeriggio c'è la consueta corsa in motorino all'interno della piazza: «Così i ragazzini finiscono per rovinare il pavimento e distruggere i lampioni, nonostante i rimproveri di chi a quell'ora si reca in chiesa». C'è chi invece non la pensa così: «Non abbiamo bisogno di guardie - osserva N. R., 45 anni di via Is Maglias - ma di amministratori che si ricordino di noi anche dopo le elezioni».
Michela Seu