IL CASO. È tetraplegica e schizoaffettiva. Due esposti alla procura
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Nel 2008, mentre era ricoverata in un centro di riabilitazione per sofferenti mentali, è volata dalle scale in circostanze misteriose. Ed è rimasta paralizzata. Completamente. La procura della Repubblica ha aperto un'inchiesta nei confronti di due ospiti della stessa struttura, che lì scontavano una pena alternativa al carcere, che avrebbero abusato di lei. L'inchiesta non si è conclusa.
Ma ora questa trentatreenne e la sua famiglia a cui la vita non ha risparmiato nessuna sofferenza hanno altre preoccupazioni. Rientrata a casa dopo quell'esperienza, ha beneficiato di progetti di assistenza grazie ai quali può essere seguita 24 ore su 24. Un'assistenza necessaria, visto che è completamente paralizzata. Tutto bene sino a quando il Comune - secondo i familiari - ha balbettato nell'erogazione dei fondi. La conseguenza è stata che le badanti che la seguono non sono più disposte a lavorare senza ricevere gli stipendi arretrati e minacciano di andar via lasciandola da un momento all'altro priva di supporto.
LE PROTESTE DELLA MADRE La madre, tenace come solo le donne che difendono i loro figli sanno essere, dice di avere protestato decine di volte all'assessorato comunale ai Servizi sociali. Sostenendo, in sintesi, che dei 47 mila euro destinati nell'ultimo anno all'assistenza della figlia in virtù di due progetti (uno ordinario da 20 mila euro, l'altro straordinario da 27 mila), ne sono stati erogati «dopo numerose peripezie» solo poco più di 25 mila. Mancherebbero all'appello, insomma, 22 mila euro. La dirigente dei Servizi sociali ha obiettato che l'amministrazione ha già erogato tutte le somme accreditate, la madre della trentatreenne e il suo avvocato smentiscono.
ESPOSTO ALLA PROCURA Così dopo aver tentato tutte le strade, «andando a pietire i soldi che ci spettano» e ricevendo negli uffici comunali «pessimi trattamenti», hanno deciso di presentare due esposti alla procura della Repubblica, l'ultimo il 9 marzo scorso. Nelle segnalazioni, l'avvocato Salvatore Stara segnala «inammissibili, ingiustificabili, pretestuose e strumentali obiezioni», «ritardi inauditi» nell'erogazione dei fondi e chiede «il sequestro delle somme dovute e la consegna alla ricorrente». La donna ha rendicontato tutte le spese sostenute e i fondi accreditati dal Comune (parte dei quali arrivano dalla Regione) e ora spera che si trovi una soluzione prima che sia troppo tardi.
«MALTRATTATI» «Trattati in malo modo al Comune, senza soldi per pagare gli stipendi arretrati alle badanti, siamo disperati», racconta la madre. «Lo stato di salute di mia figlia, affetta anche da un disturbo schizoaffettivo bipolare border line, sta peggiorando a causa della tensione. Non hanno avuto rispetto per lei nemmeno quando è andata in carrozzella assieme alle badanti a chiedere conto dei soldi che ci devono», racconta la madre. Che teme di dover riportare la figlia in una residenza sanitaria assistita, come quella dove nel 2008 ha avuto l'incidente (o ha subito l'aggressione) che l'ha resa tetraplegica. Al telefono, la ragazza chiede aiuto: «Mi vogliono mandare in un posto dove non posso stare con mia madre: vi prego, aiutateci. Se non otterrò ciò che mi spetta mi farò incatenare davanti al Comune, se sarà necessario». La madre osserva: «Ma le sembra giusto che persone nella nostra condizione debbano ridursi a questo per rivendicare un diritto?».
Fabio Manca