Tuvixeddu
La sentenza per i presunti abusi commessi a Tuvixeddu potrebbe arrivare il prossimo 24 aprile. Dopo le richieste di condanna formulate dall’accusa, l’udienza di ieri è stata dedicata alle difese degli imputati: l’ex sovrintendente Vincenzo Santoni, l’archeologa Donatella Salvi, il costruttore Raimondo Cocco, il direttore dei lavori Fabio Angius, il dirigente comunale Paolo Zoccheddu e il funzionario Giancarlo Manis. Nelle loro arringhe gli avvocati Pierluigi Concas, Massimiliano Ravenna, Benedetto Ballero, Mariano e Massimo Delogu, Michele Loy e Agostinangelo Marras hanno ribattuto punto per punto alle contestazioni mosse dall’accusa ai rispettivi clienti chiedendone l’assoluzione. Sono tre i punti essenziali dell’inchiesta - condotta dal Corpo forestale coordinato dal pm Daniele Caria - il via libera dato ai palazzi di via Sant’Avendrace che avrebbero compromesso prospettiva, decoro e luce delle sepolture, la realizzazione delle grosse fioriere all’interno del parco archeologico e la commissione paesaggio del 2007 chiamata a valutare se fosse necessario estendere il vincolo indiretto. Sotto la lente, in particolare la seduta del 21 febbraio, quando Santoni sostenne che le centinaia di tombe scoperte dopo il vincolo del 97 si trovassero già all’interno dell’area protetta. In quella stessa occasione, inoltre, il sovrintendente non si astenne, nonostante la figlia lavorasse come progettista di opere nelle aree di Tuvixeddu- Tuvumannu per la Nuova Iniziative Coimpresa. Fatti per cui il pm ha sollecitato la condanna a due anni di reclusione per Santoni, a un anno e sei mesi per Salvi e Zoccheddu, e a un anno per Manis. È invece stata chiesta l’assoluzione per Cocco e Angius. M.B.