Commento
Ricapitolando. I baretti non sarebbero in regola perché essendo strutture temporanee e amovibili dovrebbero essere rimosse a fine stagione e rimontate in quella successiva. Il Pul, acronimo di Piano di utilizzo del litorale, dovrebbe sanare questa che per un litorale urbano come il nostro, appare una evidente anomalia. Ma il Pul non c'è ancora, visto che è stato solo “adottato” dal Comune ed ha iniziato un iter burocratico che si concluderà tra un numero imprecisato di mesi, certamente non prima dell'estate. La Regione ritiene che ci siano le condizioni per tenerli in piedi ma al Comune non concordano. Pragmaticamente, allora, l'assessore regionale all'urbanistica emana un nuovo decreto che dovrebbe superare i dubbi del Comune. Ma il sindaco insiste: «Sto con i gestori», dice, «ma le norme, anche le ultime, non ci consentono di tenere in piedi i chioschi che, dunque, vanno condannati».
La sua maggioranza e autorevoli esponenti del suo partito gradirebbero altre decisioni. Uno è il neo senatore di Sel Luciano Uras che, facendo sua una proposta di legge studiata dai gestori per uscire dall'impasse e da loro presentata ai capigruppo del Consiglio regionale, si fa carico di renderla pubblica per primo auspicando che tutti la votino e che segua la procedura d'urgenza prevista dal regolamento dell'Aula in casi particolari. E questo lo è. Apriti cielo! I partiti lo attaccano, accusandolo di protagonismo. La classica lite è avviata. Il rischio è che nel gioco dei veti incrociati a cui la politica ci ha abituato si perda di vista l'obiettivo e si penalizzi oltremodo l'economia del litorale. Speriamo non accada: la città non hanno bisogno di altre liti. (f.ma.)