Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

“Giulio Cesare” la violenza cieca ha radici antiche

Fonte: Sardegna Quotidiano
13 marzo 2013

TEATRO

 

IL SUCCESSO Nel 2012 la pièce è stata scelta dal Globe Theatre di Londra per rappresentare l’Italia al festival Globe to Globe in occasione delle ultime Olimpiadi e dell’anno Shakespeariano Debutta oggi in Sardegna - sotto le insegne di “M’Illumino di Prosa”, la stagione del Cedac, nell’ambito del XXXIII Circuito teatrale regionale sardo, “Giulio Cesare/Julius Caesar ” di William Shakespeare, nella mise en scène firmata da Andrea Baracco (che cura anche l’adattamento del testo insieme a Vincenzo Manna): una pièce intensa e visionaria sulla vigilia dell’assassinio di Cesare e la sorte dei regicidi, sullo sfondo di una società in declino. Già al Globe to Globe Festival per le Olimpiadi di Londra e vincitore del premio Almagro-Off a Madrid, lo spettacolo (prodotto da Benvenuti srl e Lungta Film in collaborazione con Teatro di Roma) con Giandomenico Cupaiuolo e un cast di giovani e interessanti interpreti (Roberto Manzi, Ersilia Lombardo, Lucas Waldem Zanforlini, Livia Castiglioni e Gabriele Portoghese) sarà in cartellone da oggi fino a domenica al teatro Massimo (mentre venerdì alle 17.30 ci sarà l’incontro con il regista Andrea Baracco e con gli attori alla Mediateca). Poi in tournée: lunedì 18 marzo al teatro Centrale di Carbonia e martedì 19 marzo al teatro del Carmine di Tempio Pausania. La pièce si incentra sulla cronaca delle Idi di marzo dalla tormentata notte dei congiurati all’uccisione di Cesare, fino alla sconfitta di Bruto e Cassio mentre già si prefigura lo scontro tra Marco Antonio e Ottaviano. Il capolavoro elisabettiano svela le inquietudini e le ansie del futuro che segnano la fine della Repubblica, mettendo l’accento sul dilemma di Bruto, combattuto tra il rispetto dell’amicizia e la lealtà verso lo Stato. Sullo sfondo la decadenza della società romana, nel mutato scenario in cui il governo oligarchico della nobilitas senatoria lascerà il posto alla solitudine del princeps alla guida dell’Impe - ro. Dove nasce la violenza arbitraria? Come trova terreno fertile? Shakespeare sembra suggerirci che la violenza incondizionata sia l’unico strumento che la collettività è in grado di utilizzare per uscire dalle proprie crisi, dai propri disequilibri e crolli nervosi; aggregarsi per commettere delitti e assassinii contro colui o coloro che vengono, a torto o a ragione, reputati i responsabili della crisi stessa. Siamo certi che l’antico meccanismo del “ca - pro espiatorio” sia soltanto un lontano retaggio delle società arcaiche? F. M.