Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Lo spettro dei gestori: un Poetto senza baretti

Fonte: La Nuova Sardegna
11 marzo 2013

 

Costerà quindicimila euro smontare i chioschetti sull’arenile, una mazzata per i titolari delle strutture che temono di non poter più riprendere il lavoro






di Stefano Ambu

CAGLIARI. Quindicimila euro per smontare e rimontare i chioschetti: sì, ma poi? Titolari dei baretti tormentati dal presente. E ora, dopo i rilievi della Regione sul Pul, anche dal futuro: il Piano di utilizzo dei litorali in teoria sarebbe dovuto essere la soluzione di tutti i problemi. E invece la strada che porta all'apertura delle attività per tutto l'anno, e non per otto-nove mesi, ora è diventata una salita. È uno dei temi chiave delle riunioni e delle discussioni in corso anche durante il weekend tra i commercianti in riva al mare in vista della decisione della vita: resistere o smontare i baretti? Non risultano ancora arrivate comunicazioni dal Municipio di via Roma. Dovrebbero riguardare la notifica del diniego alla richiesta di accertamento di compatibilità. Ma è soltanto una questione di giorni: i gestori attendono. Le osservazioni della Regione alla variante urbanistica Gh2 e soprattutto al Pul sono la preoccupazione numero uno. Un complicato intreccio di sigle con un ruolo decisivo, secondo viale Trento, giocato dal Ppr, il piano paesistico regionale approvato nel 2006 dalla giunta Soru. Il passaggio che più preoccupa Cagliari è quello in cui si dice che "le opere previste nella configurazione invernale, poiché alterano lo stato dei luoghi in maniera permanente (a nulla rilevando che si tratti di installazioni di tipo amovibile) pregiudicherebbero la rinaturalizzazione del compendio comportando quindi alterazioni della funzionalità ecosistemica e risultando in contrasto con quanto prescritto dall'articolo 26 delle norme tecniche di attuazione del Ppr". Insomma qualche gestore si chiede: se questo è lo scenario perché investire quindicimila euro se per il futuro ora come ora non ci sono certezze. Ma il problema non è soltanto il Pul: le osservazioni riguardano anche la variante, decisiva per i manufatti. Le parole poi dell'assessore regionale all'Urbanistica non lasciano spazio ai dubbi: «Le criticità evidenti sollevate dalle scelte dell’amministrazione comunale sono relative alla predisposizione di una zona G (che è una zona per servizi generali) all’interno dell’arenile, scelta in contrasto con la normativa vigente che prevede che gli arenili siano classificati come zona H (che è invece una di salvaguardia di particolari beni e bellezze naturali)».