Bonaria
BELVEDERE
I frati chiedono di chiudere la strada. Portoghese del Pd: «Sono da rispettare, si tuteli la quiete notturna»
Il panorama è da cartolina e c’è l’imbarazzo della scelta su dove volgere lo sguardo: l’immenso golfo o la parte storica della città? C’è da dire che le occasioni per andare nel belvedere di Bonaria - quello che si raggiunge dopo una breve salita, lasciandosi alle spalle la Basilica - sono le più diverse, soprattutto per i giovani che amano frequentarla soprattutto nelle ore notturne. Ampi spazi per parcheggiare l’auto - mobile, poi se uno si vuole sedere si accontenta del lungo muretto in pietra. L’area è poco controllata, ma non è mai accaduto nessun fatto grave. Ma il vociare delle persone e il rumore delle marmitte a quanto pare danno fastidio. E avvengono in una strada pubblica, cioè di proprietà del Comune. Per terra c’è qualche bottiglia di birra e delle cartacce, nonostante la presenza di tutti i vari cassonetti “separatori ” per la raccolta di rifiuti. Tutto bene? Manco per idea: i frati mercedari della Basilica hanno le stanze da letto che affacciano proprio sulla salita che porta al belvedere mozzafiato. E ora i religiosi lanciano una crociata contro i “rumori molesti” fino a tarda notte, e chiedono che il Comune chiuda l’ac - cesso alla strada dal calare del sole fino all’alba del giorno dopo.
La vita religiosa è scandita da orari rigidi: la sera a letto presto e la mattina in piedi quando è ancora buio pesto. Trascorrere la notte in bianco - o comunque faticare a prendere sonno a causa del chiasso che arriva da oltre le finestre - non è piacevole per nessuno. E se il trambusto notturno è sempre stato di casa anche in cima alla Basilica di Bonaria, l’amministrazione di palazzo Bacaredda intende venire incontro ai religiosi. Va ripetuto che si parla di una strada pubblica, quindi la chiusura totale è un’ipotesi che si scarta a priori. E allora, l’idea è quella di piazzare dei dissuasori a scomparsa - come a Villanova per la Ztl, ma è un’altra storia - proprio all’inizio della salita, a pochi metri dalla scalinata principale del sagrato. Dalle ventuno alle sette del mattino le colonnine salgono dal sottosuolo, chi proprio non vuole rinunciare al belvedere può arrivare solo a piedi. Ma anche le moto potrebbero riuscire a eludere il divieto, passando dal piccolo marciapiede accanto alla strada. I tempi di realizzazione dell’inter - vento non si conoscono: nel bilancio di palazzo Bacaredda non c’è questa voce di spesa. Resta comunque l’intesa tra Comune e frati, dopo l’incontro di ieri mattina della commissione Trasporti. Una delegazione di religiosi ha espresso le lamentele dell’intera comunità mercedaria ai membri della commissione guidata dal Guido Portoghese (Pd): «Serve rispetto verso i frati e verso la Basilica stessa, è un monumento. È doveroso un ripristino del traffico serale verso il belvedere per la quiete notturna», dice Portoghese, «la spesa dei dissuasori potrebbe essere divisa con la direzione della Basilica » . Paolo Rapeanu