Sant’Avendrace
LA SCOPERTA
Dalle fondamenta di una palazzina in costruzione spunta un’antica strada romana, stop dalla Soprintendenza Minoja: è necessaria una nuova progettazione della struttura nUn appassionato di noir potrebbe chiamarla “la maledizione di Tuvixeddu”. È quella che colpisce chiunque (o quasi) vuole costruire nella zona a Sant’Avendrace, tra via Santa Gilla fino all’omonimo Colle. Un’area ad alto rischio-valore archeologico, ricca di reperti risalenti alle età feniciopunica e romana, dormienti sotto il manto stradale. E pronti a riveder la luce del sole quando si fanno scavi. Proprio come accaduto a un’impresa edile cagliaritana, che ha subito il blocco del proprio cantiere, tra viale Sant ’Avendrace e via Santa Gilla, dopo il ritrovamento di una strada romana. Inevitabile il decreto di interesse pubblico firmato dalla Soprintendenza ai beni archeologici, con l’imme - diata sospensione dell’attività. Da anni l’accostamento dei termini “cemento”e“Tuvixeddu” genera infinite discussioni e strascichi giudiziari. In questo caso, il ritrovamento è una bella gatta da pelare per l’impresa costruttrice, che ha scoperto la strada durante i lavori per predisporre le fondazioni.
La titolare, Rosa Meleddu, ha preferito non commentare la vicenda, mentre la ditta esecutrice dei lavori, la “Fratelli Argiolas snc”, afferma di aver per ora completato la propria opera sul posto. «In questi giorni i nostri operai sono impegnati in altri cantieri », risponde con cortesia la centralinista. «Il costruttore si è comportato correttamente, segnalando subito la presenza dei reperti», afferma il sovrintendente Marco Minoja. «Abbiamo seguito gli scavi come previsto dalla normativa comunale, ritrovando una porzione di strada romana. Già in passato, nella stessa zona, abbiamo scoperto altri tratti», spiega Minoja. Il sovrintendente tiene a precisare come l’imposizione del vincolo sia una prassi standard, spesso utilizzata nel quartiere: «Peraltro, secondo le nostre verifiche, è evidente come il manufatto prosegua verso est e ovest. È uno dei tratti della strada che collegava la città alle campagne, in questo caso in direzione dell’odierna statale 131 » .
La palla passa ora al Comune: all’as - sessorato all’Urbanistica, responsabile dell’edilizia privata, non è ancora giunta la comunicazione firmata da Minoja. «Questione di giorni, la documentazione arriva all’ufficio di gabinetto del sindaco, che poi la smista nei vari uffici», spiegano dagli uffici di via Sauro. Da dove arriva la conferma della tesi di Minoja: «Una volta appurato il tutto, verificata l’ipotesi che la zona sia un sito di interesse culturale, archeologico e, perché no, turistico per la città, il Comune sarebbe ben felice di poter investire sull’area. Ma, sia chiaro, parliamo di ipotesi, specie data l’attuale carenza di fondi», è la precisazione. Per i costruttori si apre ora una fase complicata. Non è ancora detta l’ulti - ma parola, ma dovranno produrre una seconda progettazione, che tenga conto del vincolo imposto dalla Soprintendenza. «Si può trovare una soluzione compatibile con il vincolo – spiega Minoja – ma la normativa è precisa: è impossibile non tenerne conto » . Francesco Aresu