Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Baretti, danni ingenti dopo la mareggiata: da 6 a 12 mila euro

Fonte: L'Unione Sarda
11 marzo 2013


POETTO. Per ciascun chiosco
 

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Disperazione e rabbia dopo la tempesta. Al Poetto sono i giorni della conta dei danni, quantificabili in centinaia di migliaia di euro. Il dato non può essere preciso perché l'acqua che ha invaso l'arenile non si è ancora ritirata del tutto, per cui bisognerà aspettare. Tuttavia la prima impressione è allarmante. Bilancio disastroso soprattutto per i chioschetti. Le strutture di legno sono state devastate e hanno subito danni gravi tra pedane spazzate via dalla furia delle onde, impianti compromessi, arredi rovinati e strutture compromesse dopo essere rimaste a mollo.
Da un paio di giorni splende il sole ma in pochi sorridono. «Noi siamo stati fortunati», si consola Alessandro Murgia, titolare dell'Emerson, «la nostra struttura è sopraelevata e sotto si accumula la sabbia, per cui l'acqua è passata di lato». Danni esterni, nella zona adibita a stabilimento. «Una settimana fa avevamo cominciato a riallestire in vista della stagione balneare che si apre a maggio. Stavamo riverniciando, saremo costretti a ripartire da zero. Un danno da 7 mila euro».
Più gravi le condizioni del Capolinea. «Il mare ha divelto le pedane», si rammarica Antonio Congera, «l'80% del legno è rovinato. Per risistemare tutto ci vorranno 10-12 mila euro». Preoccupa il futuro. «Il Piano del litorale prevede un avanzamento dei chioschi verso il mare, che equivarrebbe a un'esposizione maggiore alla furia delle onde». Sconsolato Cenzo Franceschi, numero uno del Corto Maltese. «Abbiamo subito danni all'impianto elettrico. Il legno è impregnato d'acqua. Difficile fare una stima, almeno 6 mila euro». Situazione analoga al Palm Beach. «Le pedane sono volate via, gli impianti sono saltati», racconta Maria Assunta Cabras. Dispiaciuta Anna Frongia del chiosco Il Nilo. «Abbiamo danni per 10 mila euro. La tempesta ha distrutto le lampade. Le pedane sono state recuperate a centinaia di metri dalla protezione civile».
Conta dei danni anche nelle case e a Marina Piccola. «Il nostro personale», afferma Gianni Onorato, responsabile della Motomar, società che gestisce il porticciolo, «ha lavorato sodo tutta la notte. I cavi d'ormeggio si spezzavano, non è stato facile inseguire e recuperare i natanti fuori controllo. Grazie a questo super lavoro abbiamo limitato i danni. Un peschereccio è affondato, sì, ma poteva andare molto peggio». (p.l.)