Un dossier di Cittadinanzattiva delinea la classifica della spesa regione per regione
La Sardegna produce pochi scarti, pesa lo smaltimento
Tares, sorella cattiva della Tia e figlia furba della Tarsu. Cambiano i nomi, come sostiene l'Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva autore di un dossier fresco fresco sul costo dello smaltimento dei rifiuti in Italia, ma non la sostanza: il peso delle tasse. Un livello di fiscalità sempre più alto che a differenza degli altri Paesi europei, non considera il servizio offerto. In Sardegna, in riferimento alla Tarsu e Tia, paghiamo di più rispetto alla media nazionale (ci superano solo Toscana, Umbria, Puglia, Sicilia e Campania) eppure produciamo meno rifiuti degli altri.
LA SPESA Nel 2012 in Sardegna la spesa media annua del servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani, pari a 263 euro ma uguale allo scorso anno, è rimasta al di sopra della media nazionale, che a sua volta è passata dai 246 euro del 2011 a 253 euro dello scorso anno. Certo, a leggere le tabelle si scopre che dal 2007 al 2012 l'aumento medio di prezzo su base nazionale è stato del +17,1% mentre i costi in Sardegna sono aumentati “solo” del 3,1% (consistente l'incremento registrato a Sassari, +34%) ma alla media nazionale concorrono gli aumenti che in alcune regioni hanno viaggiato a ritmo di due cifre, regioni che comunque producono una quantità di rifiuti superiore a quella sarda. Nell'Isola, infatti, la produzione pro capite di rifiuti urbani e la variazione (2009-2010) si ferma a 492 kg contro una media nazionale di 536 kg. Paghiamo quindi un costo unitario (kg di rifiuti) molto più elevato. Un controsenso. Che il presidente dell'Anci, l'associazione dei Comuni, Cristiano Erriu cerca di spiegare. «Il problema è legato a una difficoltà oggettiva e gravosa nella gestione dell'indifferenziato. Nel Sulcis per esempio ci sono stati molti problemi perché la discarica di Carbonia, dove veniva conferito l'indifferenziato, è morta facendo lievitare i costi di trasporto perché i rifiuti da allora vanno conferiti nell'inceneritore di Macchiareddu». I costi dello smaltimento, secondo Erriu, sono condizionati dalla capacità che il Comune ha di differenziare: «Più aumenta la differenziazione più diminuiscono i costi: la frazione umida può per esempio portare al compost, il vetro, l'alluminio o la carta hanno un prezzo e possono divenire fonte di reddito».
NUOVO AGGRAVIO Ma se già nel 2012 la spesa media annua sarda risulta al di sopra della media nazionale, l'aggravio vero deve ancora arrivare. Lo porterà la Tares, figlia furba della Tarsu perché servirà a finanziare anche i servizi indivisibili comunali: illuminazione o manutenzione delle strade, per esempio. L'intero costo del servizio, spiega Erriu, sarà a carico della collettività. E saranno dolori.
Emanuela Zoncu