contro sulle demolizioni
di
Maurizio Bistrusso
Giovedì 07 Marzo 2013 | 18:30
“Il sindaco di Cagliari continua a confondere le acque e addirittura a ribaltare la realtà dei fatti. Mentre ogni atto emanato dalla Regione conferma la volontà di evitare la demolizione dei chioschi del Poetto, il Comune appare concentrato nella continua ricerca di un cavillo per bocciare le soluzioni e rimuovere le strutture. Inoltre l’amministrazione civica colleziona una serie di errori e inadempimenti, di cui certo non può attribuire ad altri le conseguenze e le responsabilità”. Lo dichiara l’assessore regionale dell’Urbanistica, Nicola Rassu, in risposta alle dichiarazioni del sindaco di Cagliari, Massimo Zedda. “Sorprende che oggi il primo cittadino, in una sorta di gioco al rilancio divenuto ormai un bluff conclamato, citi una nota della Regione i cui contenuti sono già stati esposti ai responsabili degli Uffici Comunali di Cagliari il 23 gennaio scorso durante un incontro alla presenza di tutte le istituzioni interessate. Il documento, di carattere tecnico, riguarda la procedura di VAS inerente la variante urbanistica adottata dal Comune e propedeutica all'approvazione del PUL. Per sgombrare il campo da letture fuorvianti, è necessario chiarire che la fase transitoria che interessa il mantenimento degli attuali baretti sull’arenile è una questione totalmente diversa dalla fase a regime che invece è legata alla approvazione prima della variante e poi del PUL. Al riguardo infatti la stessa amministrazione comunale durante la riunione svoltasi nella sede della Prefettura di Cagliari aveva manifestato la volontà di rilasciare nuove autorizzazioni paesaggistiche alla data del 1 marzo”, ha aggiunto l’assessore. “Ogni ulteriore e diversa interpretazione appartiene al mondo della fantasia e della mistificazione. Per quanto riguarda i chioschi - ribadisce Rassu - ancora una volta la soluzione offerta a suo tempo dalla Regione e confermata anche nel decreto emanato le scorse settimane, che riguarda il periodo transitorio in attesa della conclusione dell'iter di approvazione definitiva del PUL. Tale atto è perfettamente valido, operante e non ha assolutamente niente a che vedere con le vicende giudiziarie relative agli abusi edilizi per le quali si è concluso nei giorni scorsi il processo penale. La permanenza temporanea dei chioschi posizionati sull’arenile in forza di un’autorizzazione paesaggistica rilasciata lo scorso anno dal Comune di Cagliari dipende solo ed esclusivamente dalla volontà politica del Sindaco del capoluogo. Tale volontà evidentemente manca, ma non ci si può liberare delle proprie responsabilità e del proprio immobilismo addossandoli ad altri a cui non competono tali scelte. “Per quanto riguarda la comunicazione inviata dagli uffici regionali, essa prende in considerazione la proposta di variante urbanistica su cui l’amministrazione comunale ha scelto di pianificare, attraverso il PUL, la spiaggia cagliaritana. Quindi riguarda la situazione a regime, cioè quello che sarà l’utilizzo della spiaggia solo dopo l’entrata in vigore del PUL. Su questo tema l’amministrazione comunale mostra di essere totalmente in confusione. Infatti il PPR fornisce delle indicazioni precise sulle azioni di valorizzazione congiunta del compendio Poetto - Molentargius e Capo S.Elia; queste regole paesaggistiche non sono state scritte da questa amministrazione regionale che comunque le rispetta, le rispetterà e le farà rispettare da tutti i comuni costieri, Cagliari compreso. Nello specifico, le criticità evidenti sollevate dalle scelte dell’amministrazione comunale sono relative alla predisposizione di una zona G (che è una zona per servizi generali) all’interno dell’arenile, scelta in contrasto con la normativa vigente che prevede che gli arenili siano classificati come zona H (che è invece una di salvaguardia di particolari beni e bellezze naturali). Detta normativa è rispettata da tutti gli altri comuni costieri della Sardegna. Inoltre, la delimitazione e localizzazione di questa nuova zona urbanistica è totalmente discrezionale e non risulta rispondere a nessun tipo di analisi idrogeologica e territoriale; infatti non è stato presentato il Piano di assetto idrogeologico, anch’esso previsto dalle norme. Il fatto di voler riposizionare in futuro i baretti molto più in prossimità della linea di battigia non è quindi giustificabile e non farebbe altro che peggiorare il precario equilibrio dell’arenile; alla luce della mareggiata della scorsa notte è ancora di più evidente la scelleratezza di tale opzione. È peraltro singolare che i tecnici comunali, su precisa richiesta dei tecnici della RAS durante la riunione per la VAS tenutasi in Provincia lo scorso 23 gennaio, non abbiamo prodotto le analisi ambientali che giustifichino tali scelte. Molti Comuni costieri stanno operando con diligenza ad adempiere anche alla prevista e necessaria copianificazione con la RAS ed il Ministero per ottemperare alle norme previste dal PPR prima dell’approvazione del PUL. Sembra che l’amministrazione del capoluogo invece non conosca le necessarie procedure; infatti nessun tipo di azione volta alla definizione della copianificazione è stata attivata dal Comune, così come non è stata svolta l’azione di confronto con le organizzazioni rappresentanti i gestori dei locali prima dell’adozione del Piano. Si ricorda inoltre che l’amministrazione regionale ha dovuto più volte sollecitare il Comune su un altro aspetto: quello relativo alle concessioni demaniali. Sul punto, l’amministrazione che afferma di essere sensibile ai problemi dei gestori dei chioschi ha fatto a lungo “orecchie da mercante”. Appare difficile non intravedere in tale condotta una malcelata ostilità nei confronti di tali attività imprenditoriali. Insomma, le amministrazioni comunali sono titolari della potestà pianificatoria del proprio territorio, ma questa deve essere conforme alle normative nazionali e regionali. Su questo punto il Sindaco di Cagliari ha detto di voler essere adempiente, ma nei fatti non lo è stato con gli strumenti urbanistici prodotti dai suoi uffici”, ha concluso Rassu. (