Cagliari
7 Marzo 2013 ore 12:55
Guerra politica tra Comune e Regione. Il sindaco: "Dove ci sono interessi del Comune c'è un sistematico blocco da parte della Regione". Mazzata dall'Assessorato all'Urbanistica: il Piano unitario del litorale in contrasto con il Ppr
Andrea Deidda
Niente da fare, i baretti del Poetto vanno smontati. E’ questa la decisione decretata dal Comune di Cagliari e annunciata questa mattina durante una conferenza stampa dal sindaco Massimo Zedda e dall’assessore comunale all’Urbanistica, Paolo Frau. Ma quello odierno è soltanto l’ultimo atto dello scontro istituzionale tra Palazzo Bacaredda e viale Trento: il primo cittadino non esita infatti a parlare di “blocco da parte della Regione sulle pratiche portate avanti dal Comune”. E’ il caso della nota piovuta dall’assessorato regionale all’Urbanistica il 27 febbraio “dopo le elezioni” precisa Zedda. In particolare il documento firmato dal direttore generale Marco Melis riguarda la variante al Puc adottata dal Comune e la redazione del Pul: per quanto riguarda il piano urbanistico comunale vengono evidenziate diverse carenze e si sottolinea che “la variante proposta, in difformità con gli indirizzi del Ppr, tratta separatamente e in maniera non armonica aree e zone appartenenti a un sistema ambientale unitario” oltre al fatto che la previsione di modificare la zona H vigente al Poetto (cioè zona tutelata), per permettere la costruzione dei nuovi chioschi, va a cozzare con il cosiddetto decreto Floris.
Diverso discorso per il nuovo Pul ma in estrema sintesi stesso risultato, una bocciatura: nel testo infatti si legge che “le opere previste (cioè i nuovi chioschi .nda) nella configurazione invernale, poiché alterano lo stato dei luoghi in maniera permanente(a nulla rilevando che si tratti di installazioni di tipo amovibile), pregiudicherebbero la rinaturalizzazione del compendio, comportando alterazioni della funzionalità eco sistemica e risultando in contrasto con l’articolo 26 delle norme del Ppr”. Inoltre viene evidenziato che “le scelte proposte, sia in termini di ubicazione che in numero di aree a concessione, non risultano adeguatamente motivate e supportate”.
Da qui la decisione obbligata del Comune, che tra venerdì e lunedì invierà una comunicazione formale ai gestori dei chioschi nella quale “consiglierà” di smontare le strutture in modo da poter ottenere le nuove autorizzazioni da parte dell’amministrazione e riprendere l’attività. Il sindaco Zedda in proposito allarga le braccia e spiega, non senza polemica: “Il 27 febbraio, finite le elezioni, è arrivata una nota firmata dalla Regione nella quale è stato smentito tutto ciò che era stato raccontato in precedenza a mezzo stampa. Mi sarei augurato un'accelerazione quanto più possibile delle pratiche, così come è stato fatto per l’Ospedale Marino e il Campus universitario. Ma è evidente che dove ci sono interessi del Comune c'è un sistematico blocco da parte della Regione che preclude la possibilità di operare”. Secondo l’assessore Frau “siamo arrivati al paradosso, le procedure per l’adozione del Pul sono iniziate lo scorso gennaio, la Regione ha sempre partecipato alle riunioni e soltanto ora arriva questo parere”.
La sorte dei baretti ora sembra certa, per non incorrere in altre azioni penali sarebbe conveniente smontare le strutture e rimontarle nel più breve tempo possibile. Questo il suggerimento dato dal primo cittadino durante una riunione avvenuta proprio stamane: “Il Comune si può impegnare a organizzare iniziative al Poetto per aiutare dal punto di vista economico i chioschi, si può pensare anche di spostare il mercato dei prodotti agricoli alcuni giovedì. Può essere una forma di risarcimento indiretto – conclude Zedda – ovviamente l’amministrazione non può dare soldi”.
Dura risposta a Zedda da parte dell'assessore regionale dell’Urbanistica, Nicola Rassu. “Il sindaco di Cagliari continua a confondere le acque e addirittura a ribaltare la realtà dei fatti. Mentre ogni atto emanato dalla Regione conferma la volontà di evitare la demolizione dei chioschi del Poetto, il Comune appare concentrato nella continua ricerca di un cavillo per bocciare le soluzioni e rimuovere le strutture. Inoltre l’amministrazione civica colleziona una serie di errori e inadempimenti, di cui certo non può attribuire ad altri le conseguenze e le responsabilità”.