IL DG ROSSOBLÙ. «Serra ci dà speranze. Zedda? Troppo tardi»
È il grande assente. Eppure è il più nominato, applaudito e invocato. È il presidente, e di presidente ce n'è uno solo, come cantano i tifosi. Massimo Cellino è distante decine di chilometri, ma la gente sfila per lui. Chiede di vederlo presto libero e soprattutto al timone della nave rossoblù, da un anno è in balia della tempesta e fatica sempre più a tenere dritto il timone. Perché la preoccupazione, come nei giorni scorsi aveva paventato il direttore generale Francesco Marroccu, è che Cellino possa lasciare: «Noi dobbiamo preoccuparci che resista fisicamente», spiega aprendo il corteo da piazza L'Unione Sarda, «perché il presidente non è uno che cede, che si arrende. Però è molto provato nel fisico. Da tifoso spero che tenga duro, perché non vedo in giro un'altra figura di così alto livello che possa prendere il suo posto». E, sulle condizioni di Cellino, agli arresti domiciliari nella Comunità di San Lorenzo, a Villamassargia, si limita a dire: «È in solitudine perciò l'unica cosa che posso dire è che sta pensando».
Marroccu è l'unico autorizzato a parlare durante il corteo. Rappresenta il Cagliari, che partecipa in blocco: «Non potevamo mancare», precisa, «a una manifestazione indetta dai nostri tifosi. Era un nostro dovere esserci, perché anche se noi oggi indossiamo le divise sociali, siamo mischiati ai nostri supporter. Siamo tutti sardi, siamo tutti tifosi del Cagliari».
Accanto a lui, il giornalista bolognese Ivan Zazzaroni parla con tifosi, autorità, colleghi di stampa e tv. «Ci fa piacere la sua presenza, l'interessamento della stampa nazionale, di tutti può aiutarci a uscire prima possibile da questi problemi, che vogliamo risolvere nel pieno rispetto della legge». Marroccu è reduce dal viaggio a Milano. La Lega Serie A e la Federcalcio cominciano a capire che quella di Is Arenas è una vicenda che non può restare confinata a Cagliari. «La risposta migliore che potessimo ottenere è il coinvolgimento del superprefetto Achille Serrra. La sua esperienza potrà davvero aiutarci a trovare una soluzione. Lui ha detto che è mancato il dialogo e noi siamo ansiosi di metterci attorno a un tavolo per risolvere la questione di un impianto che è un bene di tutti».
Nei giorni scorsi, il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, rispondendo all'interrogazione del capogruppo Idv in Comune, Giovanni Dore, ha avanzato un'ipotesi di ristrutturazione parziale del Sant'Elia, per aprirlo anche al Cagliari: «Dopo tutto quello che sta succedendo», lo “gela” Marroccu, «parlare di un Cagliari a Sant'Elia è intempestivo. Anzi, tardivo». ( c.a.m. )