L’Avvocatura dello Stato smentisce Zedda: mancano i documenti del Cda Impossibile valutare la regolarità della procedura. Cualbu: «Tutto irregolare»
CAGLIARI. Ora c’è la conferma dell’Avvocatura di Stato: la nomina di Marcella Crivellenti a sovrintendente del teatro lirico non è stata mai ratificata dal ministero dei Beni Culturali e la responsabilità è tutta della Fondazione, che non ha trasmesso agli uffici romani «non solo tutti gli atti di indizione e di eventuale definizione della stessa procedura selettiva attivata dalla Fondazione per la nomina del nuovo sovrintendente, ma in particolare neanche la stessa delibera del 20 dicembre 2012 nella quale il presidente della Fondazione, nelle note del 9 e 15 gennaio 2013, ha dichiarato essere stati approvati i verbali delle precedenti sedute del 1 e 15 ottobre 2012». E’ tutto scritto nell’atto di costituzione in giudizio davanti al Tar firmato dall’avvocato dello stato Anna Maria Bonomo, che difende il ministero nella causa avviata dopo i ricorsi di Angela Spocci e Mauro Meli contro la nomina della Crivellenti. Il contenuto dell’atto non è certo una novità: l’ormai citatissima nota del dirigente dei Beni Culturali Enrico Graziano diceva le stesse cose, poi confermate dal direttore generale Salvatore Nastasi anche davanti al pm Giangiacomo Pilia che l’ha sentito come testimone nel procedimento in cui Massimo Zedda è indagato per falso in atti pubblici e abuso d’ufficio. Stavolta però questa verità documentale entra in un giudizio amministrativo e sembra destinata a pesare fortemente sull’esito, perché quella che si delinea chiaramente è una situazione paradossale: legittima o no, la procedura di nomina della Crivellenti non è stata portata alla sua conclusione e gli uffici ministeriali non sono ancor’oggi in grado di valutarne l’efficacia perché non hanno a disposizione i documenti indispensabili. Quegli stessi documenti che Zedda, rispondendo in consiglio comunale a un’interrogazione di Giuseppe Farris, aveva detto di aver trasmesso a Roma in ritardo per un disguido. L’atto depositato dall’Avvocatura di Stato dimostra che il disguido non è stato ancora risolto e a questo punto è difficile non parlare di omissione. Se è tutto in regola, perché la Fondazione non ha dato al ministero gli elementi per confermare la nomina? E soprattutto: chi ha deciso che quei documenti non devono essere trasmessi a Roma?
Ma al di là dei quesiti, a questo punto della querelle sindacal-giudiziaria tra Zedda e i sindacati - cui si sono accodati Spocci, Meli e il consigliere del cda defenestrato Giorgio Baggiani - è lecito chiedersi se la posizione della Crivellenti all’interno degli uffici amministrativi del Lirico sia legittima. Norme alla mano, è il ministero che formalizza le nomine dei sovrintendenti in base alle delibere dei consigli di amministrazione. Qui non c’è nulla: i verbali approvati, neppure quello del 20 dicembre, elaborato dopo l’addio polemico all’organo amministrativo di Oscar Serci e Felicetto Contu. Ma c’è dell’altro: il consigliere Gualtiero Cualbu - che si è costituito anche in giudizio davanti al Tar - ha scritto una lettera a Zedda e ai revisori dei conti per contestare apertamente la legittimità della nomina, sulla base di una ricostruzione che ricalca quella dei ricorsi per via amministrativa e che è all’attenzione del pm Pilia. Il punto centrale è ancora quello: i verbali del 1 e 15 ottobre. Nessuno li ha approvati, quindi per Cualbu la nomina non c’è. (m.l)