Tagli fino al 70 per cento: «Ma lo facciamo tutti gli anni». L'abbigliamento il settore più colpito: «Speriamo nel Natale»
Acquisti giù, i negozi si affidano alle offerte promozionali
Gioielli, orologi, profumi, scarpe, abbigliamento, mobili e casalinghi: le vendite promozionali riguardano vari settori. Per fare affari ci sono altre due settimane: dal 29 le promozioni sono vietate.
Non chiamateli saldi. Quelli arriveranno, come da previsioni, dopo la Befana: l'8 gennaio. Quelle che avete visto nelle vetrine dei negozi del centro, che vendano abbigliamento, scarpe, profumi o gioielli, sono vendite promozionali.
LE OFFERTE Il risultato, per il cliente a caccia di affari, non cambia: basta una passeggiata per via Garibaldi per trovare offerte mozzafiato. Oggetti in oro e argento scontati del 30 per cento e orologi a metà prezzo in una gioielleria: qua, però, le promozioni c'entrano fino a un certo punto. La titolare, a 86 anni, ha deciso di godersi la pensione e quindi fa fuori la merce: non è vendita di liquidazione, insomma, ma quasi. Sull'altro lato, a pochi metri di distanza, uno accanto all'altro, un negozio d'abbigliamento annuncia “vendite promozionali” e una profumeria in franchising espone un cartello con una vistosa scritta “sottocosto” e la promossa di «risparmi fino al 60 per cento”: peccato che la titolare del negozio non voglia commentare («Chiedo scusa, non sono dell'umore adatto») e le commesse della profumeria non sappiano granché delle politiche decise dai vertici aziendali. «Niente di nuovo, le vendite promozionali in autunno si fanno ogni anno», racconta invece la commessa di uno dei punti vendita di un noto negozio specializzato in calzature femminili: qui i cartelli sparano riduzioni di prezzo del 50 per cento. Per merce nuova, mica fine serie: «Gli sconti servono appunto a promuovere i prodotti, a farli conoscere». E la gente si ferma? «Beh, sì». E compra? «Questo è un altro discorso». La crisi si sente? «Direi. Del resto, la gente sta tagliando gli alimentari». Figuriamoci le scarpe, e l'abbigliamento in genere: uno dei settori più colpiti dalla contrazione dei consumi provocata dalla crisi di questi mesi.
FEDERMODA «Le vendite non sono partite», ammette Claudia Cannas di Federmoda. «La vendita promozionale è un sistema per far fronte alla crisi. C'è stato un calo disarmante. Abbiamo perso quasi tutte le vendite di ottobre, secondo noi a causa del meteo: il mese scorso ha fatto molto caldo, il freddo sta arrivando solo adesso. Le vendite promozionali sono strumenti minimi per far fronte alle perdite, anche perché in molti casi non c'è un guadagno o è minimo. Non è una scelta commerciale: questo è un momento importante, delicato».
LA LEGGE Un momento che potrà essere sfruttato ancora per due settimane: il termine ultimo per poter effettuare le vendite promozionali è venerdì 28 novembre. Lo stabilisce l'articolo 4 della legge regionale del 6 dicembre 2006: “Esclusivamente per il settore non alimentare le vendite promozionali, così come quelle straordinarie di liquidazione per cessazione o cessione d'attività o rinnovo locali, sono vietate nei quaranta giorni antecedenti la data d'inizio delle vendite di fine stagione. Limitatamente alle vendite straordinarie di liquidazione per cessazione o cessione d'attività o rinnovo locali possono essere effettuate soltanto trascorsi venti giorni dalla presentazione al comune di apposita comunicazione recante i termini iniziali e finali, la tipologia di vendita straordinaria, l'ubicazione precisa dell'esercizio e il soggetto titolare dell'impresa”. Quaranta giorni, dunque. E siccome i saldi inizieranno ufficialmente l'8 dicembre, ecco che si arriva al 28 novembre. E dopo? «Aspettiamo Natale», prosegue l'esponente di Federmoda, «speriamo arrivi anche per noi un po' di ripresa. Spero che abbigliamento e calzatura abbiano una ripresa, e l'abito o la scarpa possano diventare un regalo natalizio. Magari A discapito della tv al plasma o cellulare».
ALTRI SETTORI Ma le vendite promozionali anche altri settori. Largo Carlo Felice, negozio di mobili e casalinghi, sconti dal 10 al 40 per cento: «Lo facciamo ogni anno - spiega la titolare, Vivì Binaghi - per stimolare gli acquisti. Novembre, nel nostro settore, è il mese più difficile». C'è da far cassa, insomma. E anche da svuotare i locali per il mese prossimo. Quello in cui i commercianti di tutti settori, a Cagliari, sperano di tirare una grossa boccata d'ossigeno.
MARCO NOCE
14/11/2008