Lirico
TEATRO Il Mibac va in giudizio al Tar nel procedimento contro la Crivellenti e chiarisce: mai ricevuti i documenti richiesti L’esponente del Cda fa le pulci alla gestione della Fondazione
Il teatro di via Sant’Alenixedda assomiglia sempre di più ad una barca alla deriva in un mare in tempesta. Due lettere, diffuse ieri dalla Rsu del Lirico in assemblea permanente, alimentano la bufera. La prima è una memoria difensiva, depositata il 23 febbraio al Tar e firmata dall’avvocato di Stato Anna Maria Bonomo. Rivela che il ministero dei Beni Culturali si costituisce in giudizio contro Angela Spocci, (esclusa dopo aver partecipato alla manifestazione d’interesse per la guida della Fondazione e firmataria di un ricorso contro la nomina dell’at - tuale sovrintendente Marcella Crivellenti), la Fondazione del Teatro Lirico, Marcella Crivellenti, attuale sovrintendente ed infine Gualtiero Cualbu. Che, a sua volta, invia un altro documento, pesantissimo, al presidente della Fondazione e sindaco Massimo Zedda. Dopo aver interrogato il presidente «su quali atti sono stati posti in essere» per ricevere il finanziamento di 10 milioni di euro dalla Regione, il rappreentante della regione nel Cda e costruttore parte all’attacco con la ricostruzione della contestata nomina della Crivellenti, sulla quale la Procura cagliaritana ha acceso i riflettori indagando per falso in atti pubblici e abuso d’ufficio il primo cittadino.
LA NOTA DEL MINISTERO Questo mentre nella memoria difensiva il ministero chiede che “venga dichiarata inammissibile la nota del 17 dicembre del 2012», quella che esprimeva il favore di Nastasi per la nomina della Crivellenti. Secondo l’avvocatura, la nota viene superata da quella successiva dell’8 gennaio 2013, che bollava come “irricevibili ” gli atti della designazione della Crivellenti. Quanto poi al potere di controllo non ancora esercitato dal ministero sulla nomina, il documento firmato dalla Bonomo è ancora più esplicito: «Al momento non risultano ancora essere stati mai trasmessi dalla Fondazione non solo tutti gli atti di indizione e di definizione della stessa procedura ma in particolare neanche la delibera del 20 dicembre 2012», quella dove il presidente aveva «dichiarato di essere stati approvati i verbali delle precedenti sedute del 1 e 15 ottobre». Quindi gli atti ancora non ci sono, «pertanto», prosegue la memoria difensiva, «solo una vola che il potere di nomina sia stato in concreto esplicato positivamente dagli organi dell’istituzione, il ministero potrà esplicare il suo potere di vigilanza».
LA LETTERA DI CUALBU La Fondazione è ancora senza sovrintendente, cosa che tra l’altro rimarca anche Cualbu nella sua lettera, ricostruendo le movimentate sedute del 1 e 15 ottobre scorsi. «A nessuno è stato permesso neanche di iniziare una discussione sui candidati alla manifestazione d’interesse » , scrive Cualbu, «lei per primo non aveva esaminato gli altri curricula». Ancora: «Lei presidente ha presentato estraendolo dalla sua giacca un curriculum non firmato dalla signora, firmato poi successivamente il 31 ottobre quando lo inviò al ministero ». A proposito poi della “presunta condivisone ” della nomina con Roma: «È smentita dalla memoria difensiva dell’avvocatura di Stato», afferma. Sulla burrascosa seduta del 15 ottobre, abbandonata da quattro consiglieri su sette, arriva l’ultimo affondo: «Lei minimizza quanto successo il 15 ottobre e sulla seduta del 20 dicembre dice della regolarità dell’approvazione dei verbali e dell’incarico alla Crivellenti sorvolando sul fatto che al Cda mancasse la maggioranza assoluta. I verbali del 1 e 15 ottobre non potevano essere votati da un Cda diverso da quello che li aveva presi in esame». Insomma quei verbali dovevano essere approvati da chi aveva partecipato alle sedute: «Così come chiede il ministero, questo punto è insormontabile», conclude.
Francesca Ortalli