IL VERDETTO SUL POETTO
TRIBUNALE Processo per gli abusi sulla spiaggia, per i titolari di 17 baretti arriva la batosta dei giudici: sono ritenuti colpevoli di violazioni paesaggistiche, urbanistiche e occupazioni abusive nSono stati tutti condannati i gestori dei 17 chioschi del Poetto accusati a vario titolo di violazioni paesaggistiche, urbanistiche e occupazione illegale di suolo pubblico. Mentre la politica continua a polemizzare sul decreto regionale “salvabaretti ” e sul destino delle strutture sulla spiaggia, il tribunale ha segnato un primo punto fermo sull’arenile. Le pene - da un massimo di otto mesi e dieci giorni a un minimo di un mese d’arresto - sono state infilitte per l’occupazione illegale di suolo pubblico e le violazioni paesaggistiche mentre sono state giudicate prescritte, ossia troppo lontane nel tempo per essere punite, quelle di natura urbanistica. Condanne più pesanti erano state sollecitate dal pm Gaetano Porcu (da un massimo di un anno e sei mesi a un minimo di due mesi) titolare dell’inchiesta sugli abusi sul Poetto. Stando alle indagini, negli anni le strutture – nate da un’autorizzazione provvisoria rilasciata nel 1987 e scaduta a ottobre di quello stesso anno –so - no lievitate senza autorizzazioni. Un abusivismo rimasto incontrollato fino all’inchiesta della Procura, che ha fatto da pungolo anche agli accertamenti del Comune culminati con un’ordi - nanza di demolizione, firmata nel 2009 dagli uffici, che però si è arenata in attesa del Pul, il piano di utilizzo dei litorali. È questo l’unico strumento che consentirebbe di superare la temporaneità che devono rispettare i baretti e tutte le strutture che sorgono su un arenile. Ma il Pul – che la città aspetta da oltre 20 anni – non venne approvato in tempo per salvare i chioschi e nel 2011, in piena campagna elettorale per eleggere il nuovo sindaco, si tornò a parlare di smantellamenti. Le ruspe stavano per entrare in azione ma pur di fermarle, l’allora primo cittadino Emilio Floris, l’ultimo giorno del suo mandato, firmò una serie di ordinanze che sospendevano i lavori. Una trovata che è costata, a lui e all’ex segretario generale del Comune Pietro Cadau, l’accusa di falso e abuso d’uffi - cio con richiesta di rinvio a giudizio che a breve verrà discussa in udienza preliminare. Dopo la vittoria alle amministrative di Massimo Zedda, gli abusi sul Poetto sono stati sanati ma per i chioschi - demoliti e ricostruiti secondo le regole –è rimasto in piedi il problema della stagionalità. Con il ritorno alle urne, anche il destino dei chioschi è tornato al centro del dibattito politico. Uno scontro combattuto a suon di proposte, leggine e decreti sistematicamente bocciati dal Comune che ritiene di avere le mani legate dalle norme e di non poter evitare la demolizione dei baretti. Che restano in piedi, con una scelta rischiosa: se venissero accertati nuovi abusi potrebbero perdere la concessione. Nel dettaglio la sentenza di ieri, pronunciata dopo le arringhe degli avvocati Massimiliano Ravenna e Matteo Pinna, ha condannato a a otto mesi Maria Giovanna Cossu del Golden Beach, Antonio Congera del Capolinea, Pierluigi Atzori dell’Ara Macao, Maurizio Cabras del Fico d’India, per Piero Maci de Il Miraggio, Alessandro Murgia dell’Emerson e Luciano Spiga dell’Oasi. Otto mesi e dieci giorni è la pena decisa per Luigi Lampis de La dolce vita, per Valter Casula del Calipso, per Anna Frongia de Il Nilo, per Sandro Angioni e Donata Ledda dello Zen, per Maurizio Marongiu del Twist Bar, per Maria Assunta Cabras del Palm Beach, per Giovanni Cogoni de La sella del diavolo e per Cinzia Erriu del Corto Maltese. Condannati a un mese d’arresto invece Sandro Angioni de Le Palmette e Santina e Eliseo Carta de Le lanterne rosse.
Maddalena Brunetti
lo scontro
RASSU: TUTTE LE STRUTTURE POSSONO RIMANERE IN PIEDI
L’assessore regionale all’Urbani - stia Nicola Rassu, il 12 febbraio, ha provato a mettere la parola fine alla telenovela sui baretti. Ha firmato un decreto che dichiara temporanee le strutture già presenti sulla spiaggia (e questo vale per Cagliari come per altri 71 comuni costieri) e dà la possibilità ai municipi concedere l'accertamento di conformità paesaggistico-urbanistica delle strutture, nelle more dell’approva - zione definitiva del Piano di utilizzo litorali che deve ricevere il via libera entro il 2013. Sul Pul la polemica tra Comune di Cagliari e assessorato è continua. Il documento di programmazione urbanistica è stato approvato mesi fa dal consiglio comunale ma, sostiene Rassu, non è ancora arrivato nel suo assessorato. Quindi, dice, la colpa dei ritardi è tutta del Comune. Da palazzo Bacaredda ribattono: siamo nella fase di ptresentazione delle osservazioni. Scaduta quella potrà essere vagliato da Rassu.
FRAU: LA SOLUZIONE NON C’È È NECESSARIA LA DEMOLIZIONE
Il Comune resta sempre sulla sua posizione: non c’è via di scampo, i baretti devono essere smantellati e ricostruiti. È la linea espressa dal sindaco Massimo Zedda a più riprese, sposata in pieno dall’asses - sore all’Urbanistica Paolo Frau. Una posizione che non seembra cambiata di un millimetro nemmeno dopo la firma del decreto salvabaretti da parte di Rassu. Certo, qualcosa si è messo, con il documento del 12 febbraio. Ma non c’èn iente di risolutivo. «Se hanno avuto necessità di emanare questo documento », aveva detto Frau, «allora vuol dire che non era vero che i baretti potevano stare in piedi sulla base delle norme vigenti». Ma anche la novità non sarebbe utile a salvare i gestori: dagli uffici comuali non è ancora uscita una risposta ufficiale, ma l’aria che tira è tutt ’altro che buona. Frau lo ha ribadito più volte: meglio che i titolari delle concessioni, se non vogliono correre il rischio di perderle, smontino tutto. Qual è il pericolo? Un estate al Poetto senza baretti aperti.