Il presidente della seconda Sezione del Tribunale, Massimo Poddighe, ha ritenuto i titolari dei chioschetti colpevoli di aver violato le norme paesaggistiche e di aver, nel corso degli anni, occupato il suolo pubblico in area demaniale
Veronica Nedrini,
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Sono stati ritenuti colpevoli di aver violato le norme paesaggistiche e di aver, nel corso degli anni, occupato il suolo pubblico in area demaniale.
Si è concluso così, con 18 condanne e nessuna assoluzione il processo a carico dei titolari dei 17 chioschi sulla spiaggia del Poetto. Il presidente della seconda Sezione del Tribunale, Massimo Poddighe, stamattina, dopo aver ascoltato le arringhe degli avvocati difensori, Matteo Pinna e Massimiliano Ravenna, ha dato appuntamento alle 13.30 per la lettura del dispositivo.
Puntuale, all’ora stabilita, ha letto una sentenza per ciascuno dei 18 imputati, procedendo per fascicoli separati, poiché ad ognuno venivano contestati reati diversi, dal reato paesaggistico, allo sconfinamento demaniale sino al reato urbanistico.
Nello specifico sono stati condannati a otto mesi e 10 giorni di reclusione (con pena sospesa) Maria Assunta Cabras titolare del Palm Beach, Sandro Angioni e Donata Ledda dello Zen, Cinzia Erriu del Corto Maltese, Giovanni Cogoni de La sella del diavolo, Anna Frngia del Nilo, Luigi Lampis de La dolce vita, Maurizio Marongiu del Twist e Valter Casula del Calipso. Dieci giorni in meno, quindi condanna a 8 mesi per Maurizio Cabras titolare del Fico D'India, Antonio Congera del Capolinea, Piero Marci del Miraggio, Alessandro Murgia dell’Emerson, Luciano Spiga dell’Oasi, Pierluigi Atzori dell’Aramacao e Maria Giovanna Cossu, proprietaria del Golden Beach. Infine per Sandro Angioni, in riferimento al chiosco Le Palmette e per Efisio e Santina Carta della Lanterna Rossa è stato disposta la condanna a un mese. Tutti gli imputati oltre al pagamento delle spese processuali dovranno provvedere anche al ripristino dello stato dei luoghi.
Sono stati tutti condannati per violazioni che riguardano reati paesaggistici e lo sconfinamento in area demaniale, mentre i reati urbanistici sono andati prescritti. Ciò spiega la riduzione di pena rispetto alle richieste del pubblico ministero Gaetano Porcu che meno di un mese fa aveva sollecitato condanne da un anno e sei mesi a due mesi di reclusione.
I chioschi a cui si riferiscono le condanne sono stati demoliti prima della scorsa stagione balneare. Al loro posto ora sorgono dei chioschi in legno, tutti uguali, più piccoli, sollevati dall’arenile e amovibili.