Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Legnata sulla classe dirigente sarda: troppi sprechi con i soldi dei cittadini

Fonte: Sardegna Quotidiano
4 marzo 2013

 CORTE DEI CONTI

 

di Marcello Zasso marcello. zasso@ sardegnaquotidiano. it

La caccia allo spreco è diventata lo sport preferito dagli italiani. Il sentimento anticasta dilaga, ma gli sprechi continuano anche perché il sistema lo consente, spesso in modo legittimo. E se in tanti credono che solo il Gabibbo possa arginare il malcostume, in realtà c’è la Corte dei Conti che spulcia le spese pubbliche e tampona le emorragie di soldi. E bacchetta il mondo della politica sarda con forti richiami alla questione morale, che viene definità una priorità.

«I SOLDI SONO DEI CITTADINI» «La classe dirigente sarda non capisce che la gestione pubblica è la gestione delle risorse di ogni cittadino ». Il presidente della sezione giurisdizionale per la Sardegna della Corte dei Conti lancia l’allarme. «Non si capisce che i soldi sono dei cittadini e se prima lo sperpero di risorse pubbliche passava quasi inosservato perché c’erano più soldi, anche se ora si vedono gli effetti sul debito pubblico - spiega Mario Scano - per questo ogni cittadino adesso sta più attento, ci controlliamo a vicenda». Secondo il presidente Scano, però, le cattive abitudini sono diffuse a tutti i livelli. «Questa situazione di crisi ha portato a una maggiore sensibilità verso il fatto che il denaro pubblico sia quello di ogni singolo cittadino. Solo che spesso si addebita il male solo alla Casta, ma è diffuso in tutte le componenti della società». Per il presidente della sezione giurisdizionale per la Sardegna della Corte dei Conti la vicenda di Tangentopoli non è servita.

TANGENTOPOLI NON È BASTATA «All’indomani di Tangentopoli, piuttosto che accentuare un forte controllo preventivo - spiega Mario Scano - sono cadute le difese immunitarie e si è aperta all’amministra - zione pubblica la gestione di tipo privatistico: è un non-senso, perché stiamo parlando sempre di denaro pubblico». Più volte dal Tribunale di via Angius sono arrivati richiami all’eccessivo potere e giro di soldi in mano alle Agenzie regionali e alle società partecipate che egstiscono servizi pubblici per conto dei vari enti locali. «Questi istituti e metodi operativi si sono rivelati non soltanto completamente errati, ma stanno proprio all’origine del progressivo dilagare, nell’ambito dell’attività pubblica, dell’attuale stato di crisi». In Sardegna lo spreco di soldi pubblici è diffuso, ma non ai livelli di altre Regioni. «C’è certamente molta disattenzione alla gestione pubblica, ma almeno non ci sono stati casi clamorosi come le feste di dubbio gusto organizzate in altre regioni con soldi pubblici...». Sotto quest’aspetto la Corte dei Conti ha illustrato le nuove leggi in materia arrivate dopo le scorribande di Batman nel Lazio: tutte le spese delle Assemblee regionali dovranno ora passare al costante vaglio della Procura contabile, in modo da evitare ulteriori emorragie di soldi. Durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario in via Angius è stata illustrata tutta l’attività nei vari ambiti in cui opera la Corte dei Conti, e sono tanti i settori in cui la Procura contabile trova irregolarità nella gestione dei soldi pubblici. Non si può stare tranquilli neanche quando si pagano i tributi in regola, perché prima che arrivino all’ente di riferimento si possono perdere per strada.

I TRIBUTI NON VERSATI «C’è un diffuso problema col mancato versamento delle entrate. Il caso di Tributi Italia negli anni scorsi aveva evidenziato il fatto che numerosi Comuni affidano la gestione per quanto riguarda l’accertamento e la riscossione delle entrate locali (Imu, Tarsu e altri tributi comunaloi) - ha spiegato il procuratore regionale della Corte dei Conti Donata Cabras - ma queste società di riscossione, che riscuotono regolamrente dal cittadino, poi non fanno pervenire queste somme alle case degli enti locali. Nel 2012 i procedimenti avviati dall’Ufficio in questo settore concernono principalmente la Gema Spa, cocnessionaria del servizio di accertamento e riscossione delle entrate per diverse amministrazioni locali e il danno sinora accertato si attesta in circa tre milioni di euro». Prima di dichiarare aperto il nuovo anno giudiziario sono stati illustrati i dati riferiti al 2012. I SOLDI RECUPERATI «Gli importi recuperati in esito a sentenze esecutive di condanna - ha detto il procuratore regionale Donata Cabras - si sono attestati su un ammontare di 1.226.243,06 euro». L’anno scorso sono stati definiti 1.438 provvedimenti e sono state avviate 1.138 nuove istruttorie, in totale i giudizi definiti sono stati per l’88,57% condanne (su 40 giudizi 35 condanne, quattro assoluzioni e una sentenza parziale non definitiva). «A seguito di istruttoria o di invito a dedurre, comunque prima dell’instaurazione del giudizio di merito - ha aggiunto Donata Cabras - si sono registrati versamenti o si sono evitati esborsi per complessivi euro 6.458.975,23».