I giudici amministrativi valuteranno nel merito le questioni poste da Spocci, Meli e Baggiani nell’udienza del 26 giugno
di Mauro Lissia
CAGLIARI. Nessuna sospensiva: i giudici del Tar tratteranno il 26 giugno i ricorsi di Angela Spocci e Mauro Meli sulla legittimità della nomina di Marcella Crivellenti e quello di Giorgio Baggiani sulla sua revoca dal consiglio di amministrazione della Fondazione. La decisione sarà dunque sul merito delle questioni, perché il tribunale - presidente Scano, consigliere Aru, estensore Plaisant - non ha rilevato l’urgenza di intervenire con un provvedimento cautelare. La decisione era attesissima perché su quella la direzione generale del Ministero dei Beni Culturali avrebbe probabilmente basato il prossimo passo nei confronti della Fondazione cagliaritana dopo aver dichiarato «non formalmente nominata» la Crivellenti e dichiarato irricevibili gli atti del consiglio di amministrazione trasmessi a Roma dagli uffici di via Sant’Alenixedda. Ed è certo che un’eventuale sospensiva degli atti di nomina avrebbe pesato anche sull’inchiesta giudiziaria per abuso d’ufficio e falso in atti pubblici che vede indagato il sindaco Massimo Zedda. Nel ricorso presentato contro la Fondazione e contro il Comune dopo la nomina della sovrintendente, Spocci e Meli - patrocinati dagli avvocati Andrea e Paolo Pubusa, Annalisa Molinari e Gianmarco Tavolacci - hanno contestato una lunga sequenza di illegittimità nella procedura seguita dal consiglio di amministrazione. Ma al centro della vicenda, sia sul piano amministrativo che penale, c’è soprattutto la scelta fatta da Zedda di ignorare i 44 candidati che hanno partecipato alla manifestazione d’interesse - una sorta di bando pubblico internazionale - per la massima carica del teatro cagliaritano per puntare sulla Crivellenti, che non aveva presentato neppure una domanda regolare e il cui curriculum risulta secondo i legali e secondo i sindacati del teatro lirico insufficiente per gestire una struttura complessa come il Lirico. Se dal pm Giangiacomo Pilia, che conduce l’inchiesta penale, ci si attende una valutazione proprio su questo aspetto della vicenda, i giudici amministrativi erano chiamati a esprimersi sui passaggi procedurali della nomina, passaggi sui quali appena due giorni fa il direttore generale dei Beni culturali Salvatore Nastasi ha espresso i propri dubbi davanti al pubblico ministero che l’ha sentito come testimone dopo averli resi pubblici con l’ormai conosciuta nota di gennaio. Per i sindacati del Lirico la scelta del Tar di andare al merito è un colpo durissimo: quattro mesi di attesa per l’udienza di trattazione, la sentenza non arriverà prima di settembre. Nel frattempo si andrà avanti in un clima sempre più teso.