All'esame del Governo
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«In merito alle misure di blocco delle progressioni e degli scatti degli stipendi della pubblica amministrazione nulla è stato ancora deciso», precisa il Ministero dell'Economia. Ma il nodo dell'estensione al 2014 del blocco degli stipendi per il pubblico impiego (già operativo quest'anno), una possibilità prevista dalle norme di contenimento della spesa pubblica varate dal governo Monti, arriverà comunque sul tavolo del prossimo Consiglio dei Ministri, probabilmente la settimana entrante, come confermano dal ministero della Funzione pubblica. Sarà in quella sede che verrà detta l'ultima parola, per una decisione impopolare, e di cui va valutata anche l'opportunità in un momento in cui il dossier è in mano ad un governo uscente. Intanto le indiscrezioni sulla possibilità di un imminente varo del provvedimento, circolate già nei giorni scorsi ma da ieri con più insistenza, hanno innescato lo scontro con i sindacati.
I SINDACATI Per la leader della Funzione pubblica della Cgil, la sarda Rossana Dettori, sarebbe «davvero inopportuno un decreto approvato dal Governo Monti, una forzatura ai danni dei lavoratori delle pubbliche amministrazioni. Non credo - dice - che l'esecutivo uscente possa permettersi di prendere scelte politiche così importanti proprio in questi giorni», non «fin quando il quadro politico non sarà più chiaro». «Il ministro della Funzione pubblica Patroni Griffi», chiede la sindacalista, «dovrebbe smentire le voci che annunciano un decreto come imminente». Non è così, da Palazzo Vidoni arriva invece informalmente la conferma che «il nodo», non un provvedimento già definito, arriverà presto sul tavolo dell'Esecutivo.
«Un Governo al termine del suo mandato, e bocciato sonoramente dal voto popolare, non può continuare a colpire le condizioni di lavoro in tutti i comparti pubblici», avverte il segretario generale Flc-Cgil, che rappresenta anche i lavoratori della scuola, Mimmo Pantaleo: «Si pone una questione democratica», dice, «perché un atto di tale rilevanza per le condizioni dei lavoratori dovrebbe essere discusso con le organizzazioni sindacali e attraverso una piena assunzione di responsabilità da parte del Parlamento».
«Un'altra proroga al blocco dei contratti pubblici sarebbe inaccettabile», aggiungono i segretari generali Funzione pubblica e Scuola della Cisl, Giovanni Faverin e Francesco Scrima: sarebbe, dicono, «un atto sbagliato che colpirebbe il bersaglio sbagliato. Non è la spesa per il personale che zavorra le finanze pubbliche, ma gli sprechi e la cattiva organizzazione».