Tuvixeddu
TRIBUNALE Il pm chiede due anni per l’ex sovrintendente Santoni, uno e mezzo invece per l’archeologa Salvi
«La sovrintendenza si piegó all’edilizia » e alle esigenze di quest’ultima venne adattato il parco archeologico di Tuvixeddu. Questo il filo conduttore della requisitoria del pm Daniele Caria che - per i presunti abusi commessi sul colle che ospita la più importante necropoli punica del Mediterraneo, e quindi del mondo - ha chiesto di condannare a due anni di reclusione all’ex sovrintendente Vincenzo Santoni, a anno e sei mesi all’archeologa Donatella Salvi. Stessa pena per il dirigente comunale Paolo Zoccheddu, mentre un anno di condanna è stato sollecitato per il funzionario Giancarlo Manis. Alla sbarra ci sono anche il costruttore Raimondo Cocco e il direttore dei lavori Fabio Angius per i quali l’accusa ha chiesto l’assoluzione. Partendo dal cantiere aperto per realizzare un palazzo in via Sant’Aven - drace che avrebbe compromesso decoro, luce e prospettiva delle antiche sepolture, il pubblico ministero - in quattro ore di discussione - ha anche ripercorso l’iter che ha portato alla realizzazione delle grandi fioriere - gabbioni alti fino a quatto metri e due piramidi - proprio a ridosso delle tombe. Interventi che in alcuni casi hanno compromesso sepolture e reperti di pregio come alcune tombe a volta affrescata. «Le strutture edilizie dovevano essere in supporto al parco archeologico, qual è la funzione delle piramidi? », si è chiesto il pm prima di aggiungere: «In un caso non si procedette allo scavo delle sepolture proprio a causa della presenza dei gabbioni» che non vennero demoliti solo perché c’era il rischio di fare ulteriori danni.
E grande attenzione è stata riservata all’or - mai note sedute della commissione Paesaggio del 2007, chiamata a valutare se fosse necessario estendere il vincolo archeologico diretto, quello più restrittivo. Più volte, ha sostenuto l’ac - cusa in aula, al sovrintendente venne chiesto se fossero state trovate nuove tombe dopo il 1997 (anno in cui venne delimitata la zona da tutelare) e dove. Sotto accusa, in particolare la seduta del 21 febbraio, quando Santoni sostenne che le centinaia di tombe scoperte dopo il vincolo del ‘97 si trovassero già all’interno dell’area protetta. In quella stessa occasione, inoltre, il sovrintendente non si astenne, nonostante la figlia lavorasse come progettista di opere nelle aree di Tuvixeddu- Tuvumannu per la Nuova Iniziative Coimpresa. «Non si può credere che il sovrintendente non sapesse dei ritrovamenti », ha sostenuto l’accusa, che poi ha mostrato delle pubblicazioni di poco successive alle date della commissione, in cui la sovrintendenza aveva certificato e classificato le sepolture esterne al vincolo di cui era quindi ben a conoscenza. «C’erano altri interessi?», si è quindi chiesto il pm prima di illustrare i rapporti professionali della figlia di Santoni che lavorava per la Coimpresa che nella zona del parco aveva forti interessi. Maddalena Brunetti