Il Pd a Zedda: «Troppe cose non fatte in città, ora si riparta da zero»
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Due anni fa ad attirare il voto dei cagliaritani che cercavano una svolta rispetto al passato fu Massimo Zedda, sostenuto da otto partiti che ottennero assieme 32 mila voti, metà dei quali raccolti dal Pd. Erano elezioni amministrative, vero, e il candidato contava più delle sigle che lo supportavano (il sindaco ne incassò, per sé, 10 mila in più). Ma c'è un elemento che accomuna quella consultazione con quella che lunedì ha sancito il trionfo del movimento Cinque Stelle: il voto rivoluzionario di una città che fu conservatrice e che ha perso i suoi storici punti di riferimento. Del resto se un voto su quattro dei cagliaritani è andato alla formazione di Grillo, primo partito in città con oltre 24 mila voti sia alla Camera che al Senato, significa che gli elettori ritengono che la chiave per affrontare la crisi pungente che ha toccato le tasche di tutti siano i programmi, certo, ma soprattutto una abbondante dose di onestà.
«SIAMO DEI PORTAVOCE» «Siamo solo dei portavoce della gente», ha dichiarato ieri con umiltà Manuela Serra, neo senatore grillino (l'altro è Roberto Cotti), uno dei dieci parlamentari targati Cagliari (alla Camera, per M5S entrano il grafico Manuela Serra e Andrea Vallascas, ingegnere). Insegnante di sostengo precaria, 40 anni, ha già detto che «non possiamo pensare che si debba governare con maggioranze o minoranze, bisogna lavorare insieme coinvolgendo il web senza pensare a chi ha i numeri e chi non ce li ha».
MESSAGGIO A ZEDDA Nel Pd, secondo partito nel capoluogo (23 mila voti, 10 mila in meno rispetto al 2008, un cagliaritano eletto, Ignazio Angioni), c'è chi legge il risultato delle urne in chiave critica per Zedda: «Noi cresciamo ma gli elettori cagliaritani di sinistra, imbufaliti, votano Grillo, anche in risposta a quanto noi non abbiamo ancora fatto», è la lettura di Claudio Cugusi, consigliere comunale democratico. «Al Movimento cinque stelle», aggiunge, «va riconosciuta freschezza e determinazione nel cercare di rappresentare istanze collettive, più o meno condivisibili. Ora si riparta da zero per una nuova stagione di governo della città».
IL TRAVASO DI VOTI Il sindaco Zedda è il primo a fare gli auguri «agli amici grillini» ai quali, dice, «è andato il voto di protesta dichi pensa che i partiti non abbiano saputo risolvere, anzi hanno acuito, i problemi della gente». Certo è che quei consensi sarebbero potuti andare al suo partito, Sel, che se da un lato elegge un senatore, Luciano Uras, dall'altro ottiene un numero di voti inferiore a quello delle amministrative del 2011. Significa che l'M5S ha rubato consensi anche a Sel? Pochi, in realtà. Le prime analisi del voto confermano che ad attribuire consensi a Grillo, a Cagliari, sono stati soprattutto (ma non solo) gli elettori di un centrodestra che ha dimezzato i voti incassati cinque anni fa. A garantire la tenuta del Pdl nel Capoluogo hanno contribuito i confermati Mauro Pili e Salvatore Cicu ed Emilio Floris, che evidentemente ha ancora estimatori nella città che ha governato per dieci anni. E i montiani? I circa settemila voti incassati dalla lista del premier uscente portano alla Camera Pierpaolo Vargiu, formazione liberale e carriera da Riformatore. E consegnano al passato, per ora, Fli e Udc.
Fabio Manca