Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

La riscossa dell’infanzia comincia all’ExMé

Fonte: La Nuova Sardegna
23 febbraio 2013


 

L’appello dello psichiatra Luigi Cancrini al ciclo di incontri di Domus de Luna: «Ci vuole una legge che fissi standard di assistenza nei centri di accoglienza»



CAGLIARI. Domus de Luna ha mantenuto la promessa:l’ex mercato di Pirri in via Sanna nel quartiere socialmente difficile di Santa Teresa è un centro di produzione multimediale e ieri la presentazione del libro dello psichiatra Luigi Cancrini “La cura delle infanzie difficili” è stata condotta dal presidente della fondazione Domus de Luna, Ugo Bressanello, come una trasmissione televisiva, ovviamente visibile da chiunque su YouTube. Così, il pubblico multimediale ascolterà l’emozione e vedrà le parole di chi ogni giorno si misura con l’infelicità dei bambini che, l’epidemiologia lo esprime con i numeri, produce uomini e donne in difficoltà permanente davanti alla vita. Il libro di Cancrini dà il titolo al ciclo di incontri che si terranno all’Exmé ancora l’11 marzo, l’11 aprile e il 23 maggio con psicologi, educatori, operatori sociali che metteranno a fuoco i disturbi della personalità conseguenza di un’infanzia ferita; l’azione di assistenti sociali, psicoterapeuti e tribunale per una tutela efficace dell’infanzia infelice; una classificazione dei disturbi psichiatrici dell’infanzia.

Michela Capone giudice del Tribunale per i minori ha portato la testimonianza della difficoltà, sua e dell’ufficio, di assicurare davvero una cura del bambino abusato, maltrattato, infelice che compare durante il procedimento giudiziario con tutto il suo carico di dolore. «Noi come giudici in ambito processuale la cura del bambino infelice la cerchiamo, ma di fatto questa non viene assicurata. Per esempio ci si affida a un esperto per la perizia su un bambino, ma per stabilire se il genitore sia un educatore adeguato, nessuno prende in carico il dolore del piccolo. C’è assenza di stato sociale anche durante il corso del procedimento giudiziario, i servizi sono afflitti da una grave mancanza di fondi e si rimpallano le responsabilità». Nel dialogo tra magistrato e psichiatra è emerso con forza l’atteggiamento discutibile di chi si chiama fuori dalle responsabilità di non fornire assistenza anche per mancanza di fondi: bisogna invece cominciare a pensare che, per esempio chi gestisce una Asl, in generale abbia una responsabilità nell’assistenza non fornita. Cancrini, che collabora con le strutture di Domus de Luna, nel libro ha raccontato le esperienze terribili di bambini abusati e maltrattati con un’analisi dei sistemi di diagnosi del disagio. Ieri ha spiegato che, in generale, il modello di approccio al problema è migliorato, si è consapevoli delle conseguenze dell’infelicità dei bambini, ma c’è un’impressionante carenza di mezzi e di livelli standard di intervento. Secondo il fondatore del Centro studi di terapia familiare e relazionale di Roma, è urgente una legge che stabilisca parametri certi e unitari nei luoghi di accoglienza e di assistenza, un esempio è la presenza dello psicoterapeuta: non sempre è garantita, mentre è dimostrato che il bambino deve arrivare alla consapevolezza del trauma subìto, anche se il percorso è doloroso, ma è la condizione perché si liberi per sempre di quel peso immenso. Silvia Casacca del centro di giustizia minorile ha denunciato la complessità di un lavoro condotto con pochi mezzi (nel 2012 sono stati seguiti 1.100 ragazzi tra Cagliari e Sassari) e l’urgenza morale di ribellarsi a questo e di pretendere di fare bene e fino in fondo ciò che serve. (a.s.)