La vita di padre Virgilio e la Cagliari del 1923 domani all'Auditorium
Lo sguardo caritatevole e carico d'amore, la mano sempre tesa verso i poveri e gli emarginati. Li andava a cercare a Tuvixeddu, a Bonaria e nell'osteria Cabras, in via Garibaldi. I primi passi del sacerdote quartese tanto amato dai sardi, in cammino verso la santità, arriva al Teatro. “Don Virgilio Angioni - Cagliari 1923: La voce dei poveri” sarà ospitato domani e domenica all'Auditorium del Conservatorio. Un modo per rivivere la grandiosità di un uomo che con poche risorse riuscì a fare sempre grandi cose.
Tutto iniziò nel 1922 quando, forte dell'esperienza realizzata in campo sociale e pastorale a San Giacomo, don Angioni decise di dedicarsi interamente all'apostolato caritativo. Il 25 gennaio 1923 cominciò la grande avventura della solidarietà. Ottenne dal Comune l'autorizzazione per rimettere in sesto e utilizzare l'area di San Benedetto. E lì nacque l'Opera del Buon Pastore. A distanza di tanto tempo, quel seme sparso novant'anni fa continua a vivere tra quelle mura. Di monsignor Angioni resta il ricordo di un uomo pieno d'amore, ora sono le suore a portare avanti il cammino tra gli ultimi intrapreso poco meno di cent'anni fa. «La sua scommessa di fede fu la fiducia incondizionata nella divina provvidenza», racconta suor Celeste. «Nelle difficoltà ripeteva che Dio c'è per tutti». Proclamato Venerabile nel 2004 da Papa Giovanni Paolo II, sono tanti i devoti cagliaritani ad augurarsi che presto divenga Beato.
Attraverso i testi di Maria Teresa Coda, e grazie all'impegno delle registe Rosalba Piras e Francesca Argiolas, nel teatro di via Bacaredda si ripercorreranno i primi passi del suo cammino intriso di fede. Il primo appuntamento è per domani, alle 21. E domenica si replica, sempre all'Auditorium del Conservatorio, alle 19.
Sara Marci