Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

All“Open Data Day” la trasparenza fa rima con democrazia

Fonte: L'Unione Sarda
19 febbraio 2013


Pubblici i dati dei Comuni: se ne parla alla Mem il 23


Si scrive trasparenza, si legge Open Data Day, giorno nel quale in dieci città italiane, tra cui Cagliari in tandem con Sestu e in mezzo mondo, si discuterà sulla necessità di avere l'accesso in rete dei dati della Pubblica amministrazione e ci si confronterà sulle opportunità che questo “tesoro telematico” offre. Il principio è semplice ed è alla base della democrazia: con i miei soldi, i Comuni creano servizi e amministrano un patrimonio. Io cittadino ho il diritto di verificare se sono stati spesi bene. Ho diritto ad avere tutte le informazioni indispensabili per farmi una mia opinione. Dove celebrare questo evento, se non in una biblioteca, il luogo culto del sapere aperto, libero e al servizio della comunità? L'appuntamento per una giornata con un ricchissimo menu è per sabato prossimo alla Mem, la Mediateca del Mediterraneo (dalle 9,30 alle 13,15 in via Mameli, 164) e alla Facoltà di Ingegneria di Cagliari con Diee dalle 15 alle 18,30 (via Is Maglias).
Se in America la cultura degli “Open Data” non solo è cresciuta ma è ben radicata al punto da aver messo in moto un'economia capace di creare nuovi posti di lavoro, in Italia e soprattutto in Sardegna è ancora un po' acerba. Bisogna costruirla e con gli incontri di sabato Cagliari farà da apripista.
I protagonisti. In prima fila le associazioni “Sardinia Open Data”, “Circolo dei giuristi telematici” e “Gulch” (gruppo utenti Linux) in collaborazione col Diee (dipartimento di Ingegneria Elettrica ed Elettronica) e le amministrazioni comunali di Cagliari e Sestu. Oltre al «valore etico» dell'idea di condivisione delle informazioni, sul quale ha posto l'accento Paola Piras, vicesindaco di Cagliari «la città ha da tempo reso accessibili i dati sul censimento anche in forma di data service e sul bilancio. Per sabato - ha aggiunto - metteremo a disposizione dati sull'ambiente, dati elettorali e servizi sociali per le fasce più deboli». Si saprà invece tutto del patrimonio di Sestu. «Rendendo accessibili i dati su un bene di tutti - ha spiegato Anna Crisponi, assessore alle Politiche Sociali del Comune di Sestu - diamo risposte ai cittadini sulla nostra azione amministrativa».
Dalla trasparenza alle opportunità di lavoro, meno aleatorie di quanto si immagini. Ne è sicuro Giovanni Battista Gallus, pioniere dello studio dei legami tra web e diritto, presidente del “Circolo dei giuristi telematici”. «Il valore dei dati - ha osservato - ha una doppia valenza, etica e morale perché si parla di trasparenza e una valenza economica. Gli Open Data sono stati paragonati a un filone aurifero capace di mettere in circolazione molte risorse». Sabato prossimo Gallus e il collega Francesco Micozzi illustreranno i delicati risvolti giuridici che “l'operazione trasparenza” porta con sè.
È chiaro: aprire dati significa aprire strade di esplorazione e conoscenza a iniziare dal campo scientifico. «È la filosofia su cui si basa il modello di scienza - ha avvertito Filippo Pani del Diee - la rete nasce proprio per questa esigenza: mettere a disposizione di tutti le informazioni». I dati in rete si mettono al servizio del sociale come ha ben spiegato Andrea Zedda di “Sardinia Open Data” che ha lavorato a una mappatura di una zona subsahariana; o si trasformano in prezioso strumento di lavoro per imprese che per la loro dimensione - ha ricordato Stefano Marras del Centro di competenza regionale Ict della Sardegna - non potrebbero farlo. Tra i sostenitori della prima ora della necessità di aprire le casseforti dei dati ai cittadini c'è Giuseppe Destefanis di “Gulch”: «Partecipare a Open Data è un dovere morale: dal 1998 con il Linux Day siamo impegnati su questo fronte».
La giornata di sabato culminerà con un “hackathon”, un “haking” per usare i dati in modo creativo.
Caterina Pinna