POLITICA E SPETTACOLO I sindaci a Milia: ritiri la delibera
LA LETTERA La richiesta dei primi cittadini di quattro capoluoghi all’assessore: «Criteri che faranno scomparire molti organismi. Si riaprano i termini per presentare le domande» nUn’allenanza tra le vecchie quattro province. I sindaci moschettieri di turno difendono gli operatori dello spettacolo e firmano una lettera indirizzata all’assessore regionale allo Spettacolo Sergio Milia. L’oggetto è la richiesta della revoca della delibera della giunta regionale dello scorso 21 gennaio, quella che aveva fatto scatenare la protesta dei Cosass (coordinamento degli organismi dello spettacolo e delle arti sceniche della Sardegna) perché andava a modificare i critieri dei finanziamenti destinati alla associazioni culturali sarde. Una delibera detta anche “fai da te” perché quasi identica alla bozza stilata da Lelio Lecis dell’Agis - che nell’isola riunisce i più grossi operatori del settore - circolata con logo della Regione su foglio pdf. Dopo la potesta del movimento culturale, impaurito dallo svantaggio preoccupante che ne deriverebbe ai piccoli operatori qualora il decreto diventasse la legge dei prossimi finanziamenti, l’incombenza di smuovere Milia è passata ai Comuni. I sindaci di Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano, Massimo Zedda, Gianfranco Ganau, Alessandro Bianchi e Guido Tendas hanno evidenziato numerose criticità, riportando le proprie considerazioni nella lettera. L’appli - cazione dei criteri così come modificati «porteranno alla scomparsa di molti organismi di comprovata professionalità che hanno costituito supporto fondamentale alle politiche culturali dei nostri territori», si legge nella lettera indirizzata a Sergio Milia. Il fatto che scompaiano i premialità legati a criteri quali «la formazione delle competenze artistiche, l’in - novazione, le attività di laboratorio, le produzioni realizzate con l’impie - go di giovani artisti» significa che verranno meno «tutte quelle attività culturali che sono realmente volte alla crescita sociale dell’intera comunità ». E poi l’osservazione che una riforma complessiva del sistema sardo dello spettacolo che incoraggi concetti come la creazione artistica, l’in - novazione, la diffusione delle opere e la formazione degli artisti e del pubblico, non si realizzi con una continua proroga e modifica dell’artcolo 56 del 1990 (da allora provvisoria), ma «solo attraverso la piena attuazione dalla L.R. 18/2006», la legge di Renato Soru risalente al 2006 e rimasta inattuata, per la quale serve un disegno di legge con delle modifiche che possono garantire la sua applicabilità, e soprattutto è attesa con ansia dai lavoratori del settore. «Siamo convinti che la Regione non possa più rinviare l’eser - cizio delle competenze di programmazione, coordinamento e indirizzo che la legge le attribuisce anche attraverso il confronto con gli Enti Locali, finora esclusi da qualsiasi processo decisionale». I sindaci delle vecchie provincie sollecitano quindi un intervento immediato «che porti al potenziamento delle risorse, alla revoca della delibera di Giunta Regionale n. 3/18 del 22.1.2013, all’applicazione dei criteri di cui alla delibera di Giunta Regionale 3/5 del 26.1.2011 e alla riapertura dei termini della presentazione della domanda di finanziamento, in scadenza venerdì 15 c.m». Vi.Sa.