Striscioni in piazza Lao Silesu
Cambiano i suonatori ma la musica è sempre la stessa. Destra, sinistra, centro: nessuno fa niente. Tante promesse, zero fatti. In piazza Lao Silesu, a Sant'Elia, esplode la rabbia di settanta famiglie che minacciano di non votare più.
Delusi dalla politica anche trentotto volontari della onlus “Sardegna Soccorso” che ha sede nel rione. Ieri i residenti e i volontari hanno dato vita a un sit-in all'ombra del complesso del Favero. Obiettivo: farsi sentire. Incuranti della pioggia, hanno manifestato per l'intera mattinata. In piazza massaie, pensionati, disoccupati, giovani coppie con bambini. «I politici ci stanno prendendo in giro da trent'anni», dicono in coro, «ora basta, ci siamo stufati. Alle elezioni diserteremo le urne». Le finestre e i balconi sono stati tappezzati di cartelli. All'ingresso un lenzuolo con la scritta ironica «Sant'Elia vota… il 31 febbraio». In basso un rettangolo di cartone con un altro messaggio inequivocabile: «Parole. Parole. Vogliamo i fatti».
«Abito in piazza Lao Silesu da sempre», si presenta Anna Palacino, 63 anni, «nessuno si occupa di noi, il degrado qui è totale». I giardini sono in abbandono. «Inutile averli fatti se nessuno li cura. I bambini non possono giocare tra erbacce e zecche». I palazzi cadono a pezzi ed è pieno di topi e rifiuti. «Non se ne può più», spiega Daniela Vincis, coordinatrice della protesta».
«Ogni volta che piove si allaga tutto», rincara la dose Vittorio Masala, 70 anni, «l'acqua non defluisce perché mancano le caditoie. Non possiamo uscire di casa, servono le canoe». «Non posso stendere», si dispera Rosa Masala, 60 anni, «abito al secondo piano e ogni volta che mi affaccio rischio di essere centrata da pezzi di cornicione». «Viviamo al buio», si lamenta Dolores Fanni, 71 anni, «nessuno pota gli alberi. Prima vedevo il mare, ora non vedo niente, solo il degrado». «A Sant'Elia vive gente perbene, ci troviamo benissimo», spiega Enrico Pais, responsabile di “Sardegna Soccorso”, «ma il rione è trascurato. Anche la nostra sede è piena di topi. Ci sono palazzi senza ascensore con anziani sequestrati in casa».
«Diserteremo le urne e smetteremo di pagare l'affitto ad Area», tuona Monica De Luca. Sulla stessa lunghezza d'onda Francesco Taccori e Carlo Vincis. «È ora che qualcuno si svegli. Siamo stufi di essere trattati come cittadini di serie B».
Paolo Loche