Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Beni all'asta per fare cassa

Fonte: L'Unione Sarda
18 febbraio 2013


INCHIESTA. Il Comune ha 3800 fabbricati: si tenta di bilanciare i tagli dello Stato

Troppi immobili improduttivi, via al piano di vendita

I terreni sono 4419, oltre 1300 le strade, circa 3.800 i fabbricati: il patrimonio del Comune negli ultimi anni ha subito una piccola cura dimagrante, frutto della vendita di quasi un migliaio di abitazioni popolari nell'ultimo decennio e delle aste pubbliche per negozi e case che hanno portato nelle casse del municipio denari extra, con cui bilanciare la progressiva chiusura dei rubinetti dello Stato.
DA ACCATASTARE Ma nel conto mancano ancora tantissimi immobili non ancora accatastati: nei registri dell'Agenzia del territorio non ci sarebbe traccia, ad esempio, del mercato di San Benedetto e degli uffici comunali di via Sonnino. Ma la lista completa è molto più lunga e comprenderebbe anche la Mediateca del Mediterraneo, gli uffici di via Sauro, quelli di via Posada, le case popolari di via Castelli. Interi palazzi che ora Palazzo Bacaredda, dopo aver recepito un recente pronunciamento della Corte dei conti, sta provvedendo ad accatastare in gran fretta.
FASCICOLO INFORMATICO Gli uffici del Servizio patrimonio stanno poi lavorando a un altro progetto: la preparazione di un fascicolo informatico in cui raccogliere tutte le informazioni relative alle proprietà comunali. Le condizioni statiche, gli eventuali contenziosi, la possibilità di trasformare la destinazione d'uso. Non solo: per quasi tutti gli immobili mancherebbero sia la classificazione energetica che il certificato di agibilità, due documenti indispensabili in caso di vendita. Al momento solo 600 proprietà su 3.800 hanno entrambi gli attestati. Dunque prima di procedere con un nuovo piano di alienazioni bisognerà completare l'opera, per nulla facile.
ALL'ASTA 22 PROPRIETÀ Nel frattempo il Comune ha messo all'asta da qualche giorno 22 proprietà. Tra queste, 7 aree cortilizie e 15 appartamenti, quasi tutti piani terra. Per quello di via Alghero si tratta del secondo bando: l'amministrazione Floris provò a venderlo nel 2011, senza successo. Nessuno si aggiudicò quei 170 metri quadri, per cui ora il Municipio chiede almeno 300 mila euro. Nel caso della casa del corso Vittorio Emanuele invece è la prima volta: 91 metri quadri al primo piano, quattro stanze più cucina, base d'asta 183mila euro.
PIANO DI VENDITA L'intenzione del Comune è di preparare un nuovo piano di alienazioni, per trasformare in liquidità una parte del patrimonio immobiliare, dal valore sconfinato: le stime della Camera di commercio (impossibile avere quelle del Comune: i dati, chiesti all'assessorato al Patrimonio un mese fa, non sono mai stati messi a disposizione), ben sotto il valore di mercato, qualche anno fa parlavano di oltre 23 milioni di euro per gli immobili, per arrivare fino a 59 milioni compresi i terreni.
POCHI RICAVI Peccato che allora come oggi il patrimonio renda pochissimo: 2 milioni all'anno le case popolari, 580 mila euro i locali commerciali. Quasi ininfluente il ricavo dagli appartamenti, nonostante negli ultimi anni ci siano state un centinaio di rivalutazioni dei canoni. Come quello per gli inquilini di via Manno 8: il loro affitto è passato da 49 a 710 euro, un aumento del 1450 per cento.
Michele Ruffi

 


Curiostià
A Roma
appartamento
da 10 stanze
vuoto da anni
Quasi duemila euro di Imu: tanto ha pagato il Comune per l'appartamento di via Loria 15 a Roma, l'unico oltre Tirreno tra le proprietà di Palazzo Bacaredda. Una casa a due passi da corso Francia, nella Roma nord ricca e verde, tra lo stadio Olimpico e via Flaminia. Dieci vani in tutto, valore che può arrivare fino a un milione di euro. La leggenda vuole che nel 2002 l'immobile fosse stato affittato all'ex allenatore della Roma (che allora guidava la Salernitana) Zdenek Zeman, ma del passaggio del boemo non ci sarebbero tracce. Poi basta, vuoto. Nel 2009, dopo un sopralluogo, è stato liberato da ciò che aveva lasciato la vecchia proprietaria, Lucia Palomba, prima di morire. La donna aveva deciso di donare l'appartamento alla Casa di riposo Vittorio Emanuele II, ma nell'85 la casa è passata, come tutti i beni ex Ipab (di enti o fondazioni) al Comune.
Gli eredi però hanno impugnato il testamento e hanno fatto causa al Comune, perdendola in primo grado e continuando a cercare di far valere le proprie ragioni in appello. Un processo che, di fatto, blocca qualsiasi ipotesi di vendita. (m.r.)