Cagliari
17 Febbraio 2013 ore 12:06
La Prefettura abbandona i locali del prestigioso immobile che accolse Lawrence e D’Annunzio. Così la società Sca.Fe ha presentato all’amministrazione un programma ambizioso che comprende un residence di qualità e una casa di riposo
Andrea Deidda
La Scala di Ferro torni ad essere un albergo, come fu in passato. Non solo. Spazio anche per abitazioni, studi professionali e perfino una casa di riposo. Questa la volontà della Sca.Fe, proprietaria del prestigioso immobile cittadino tra viale Regina Margherita e via Torino che in passato ospitò anche Lawrence e D’Annunzio. La società ha messo nero su bianco la richiesta e l’ha spedita al Comune come osservazione nell’ambito del piano particolareggiato del centro storico, in queste settimane al vaglio della commissione Urbanistica. La quale dovrà rispondere a una proposta che potrebbe cambiare il destino di uno dei più importanti edifici presenti in città. O meglio, riportarlo alla sua funzione originaria.
La ragione è di natura economica: la Prefettura di Cagliari, che dal 2006 era ospitata nei locali grazie a un contratto di locazione, ad aprile 2012 avrebbe deciso di rescindere anticipatamente il contratto che la legava alla società proprietaria dell’immobile. Ora il problema, come scrive la Sca.Fe Srl, da ottobre 2010 detentrice del complesso che in precedenza era passato di mano dalla Mambrini Srl alla Fima Spa, “è quello di mantenere in esercizio la struttura che, se inattiva, produrrebbe solo costi di gestione e potrebbe rischiare di avviarsi verso un possibile reiterato deperimento”. Il timore della società risiede nelle “remote per non dire nulle possibilità” di trovare sul mercato qualcuno disposto ad affittare o rilevare la struttura nell’odierna condizione di spazio destinato a servizi pubblici.
Il ritorno al passato ma non solo. Il programma nella sostanza dovrebbe consistere nel ritorno alle vecchie destinazioni d’uso arricchite peraltro dai servizi presenti oggi, i parcheggi, prima inesistenti. Dovrebbe trovare spazio un “residence di qualità” destinato prevalentemente a trasfertisti, un corpo verrebbe destinato ad abitazioni e studi professionali per ricalcare “gli utilizzi abitativi pregressi”, ma la proposta prevede anche una casa di riposo.
Su questo sarà chiamata a rispondere la politica, che non potrà non tenere conto delle vicende storiche e recenti del luogo. La Scala di Ferro è uno dei primi alberghi della Sardegna. Posto su un bastione cinquecentesco, nell'Ottocento venne utilizzato dalla Guardia Nazionale come Piazza d'Armi poi, nel 1869 divenne lo Stabilimento Balneare Cerruti. Otto anni dopo, nel 1877, il battesimo come albergo.
La storia recente ci catapulta al 1991 quando la romana Mambrini Srl (oggi controllata da Fima Spa) acquista l’immobile, oramai inutilizzato da 27 anni, dal Banco di Sardegna (all'epoca Istituto di Credito di Diritto Pubblico) che ne deteneva la proprietà. Nel 1997 si fa avanti la Prefettura del Capoluogo la quale necessita di spazi per gli uffici, così Mambrini stringe un accordo per la locazione all’interno del quale rientrano anche i lavori di recupero a carico del proprietario. Il via libera tuttavia passa attraverso un’intesa con il Comune di Cagliari rappresentato dall’allora sindaco Mariano Delogu: un accordo di programma sancisce il cambio di destinazione d'uso dell'immobile e l'ampliamento della volumetria, in compenso la ditta Mambrini trasferisce gratuitamente al Comune una superficie di circa 604 metri quadrati nel sottobastione, integralmente ristrutturata e destinata a museo dal valore di 2 miliardi di vecchie lire, inoltre concede ad uso pubblico i piani adibiti a garage e corrisponde un miliardo di lire al Comune. Tutto pronto, partono i lavori nonostante le polemiche per l’operazione in pieno centro storico: dagli scavi per la realizzazione dei parcheggi interrati emergono i resti delle mura cinquecentesche ed ottocentesche ma affiorano anche parti di una necropoli risalente all’età romana. Il rinvenimento costringe a rivedere il progetto originario che prevedeva tre piani di parcheggi: “il primo piano del parcheggio - come è scritto online nel sito del Comune - ha lasciato il posto ad una piccola area archeologica dove sono conservate, nel luogo del loro ritrovamento, le tombe di una famiglia vissuta a Cagliari tra la fine del I ed il III secolo dopo Cristo. Adiacente all’area archeologica c’è uno spazio destinato ad ospitare una piccola esposizione museale”.