Rassegna Stampa

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All’Exmà foto e pittura digitale per Human Decay, secondo appuntamento di Vamp

Fonte: web cagliaripad.it
18 febbraio 2013

Prosegue la rassegna d’arte contemporanea, curata da Giacomo Pisano. In esposizione le fotografie di Fabio Piccioni e le opere di Diamante Murru
Ivana Salis
 

Fotografia e la pittura digitale che si incontrano sul terreno comune delle nuove tecnologie. Poste a servizio della cultura visuale. La torretta dell’Exmà, dal 15 febbraio al 10 marzo, è allestita con le opere di Diamante Murru e Fabio Piccioni. Due linguaggi che arrivano dalla stessa matrice digitale, per diversificarsi nei soggetti: fabbriche abbandonate e ormai strutture fatiscenti, cadaveri di sé stesse, morte e uccise dall’improduttività, le fotografie di Piccioni, soggetti intimi quelli di Diamante Murru.

Il giovane fotografo è nato ad Alghero nel 1981 e si è avvicinato alla fotografia da autodidatta per poi formarsi con l’interesse per le aree di archeologia industriale, le visioni di città in cui il sovraffollamento riduce in schiavitù, tutte situazioni in cui emerge senso di disagio e dimenticanza. Segno di questo occhio meccanico sono le sfumature scure e i tagli delle sue immagini, che propongono un diradarsi dal primo piano nitido su particolari in disfacimento fino ai fondi in cui si ricompone il panorama della decadenza strutturale, come in Progress del 2011, in un rapporto diretto e consequenziale verso l’utilità svanita, in un cerchio che si chiude sull’abbandono per rottamazione.

Diamante Murru è giovanissima, classe 1989. Si confronta con la pittura digitale, lavorando con la tavoletta grafica e sostituendo agli strumenti del pittore, utilizzati nei corsi del Liceo Artistico di Cagliari, le linee composte dai pixel che si formano sulla tavoletta. Gli interventi diretti sul supporto materico, con l’aerografo e altre tecniche, completano e sensibilizzano l’immagine stampata. La sua è una ricerca intima e sensuale, lei stessa si rappresenta come un cyborg in cui bracci meccanici intervengono sulla superficie diafana della pelle, quasi a rappresentare un fattore esterno che vorrebbe intervenire nella sua organizzazione interna e modificarla, in un continuo gioco di confine tra Diamante e il suo alter ego.

L’intreccio di due visioni così diverse, una sull’esterno e una sull’interno, trova legame ideale in una fitta trama di fili che legano le fotografie di Piccioni con intervento diretto del segno grafico digitale della Murru in Futur place del 2012. La struttura decadente ripresa nella fotografia è invasa da un braccio meccanico dal quale serpeggia una fune che termina attorta nella foto a fianco, per poi uscire dalla bidimensionalità del piano e farsi materia e trama di filo intorno alle immagini.

In ogni appuntamento di Vamp si trovano possibilità di mondi e immagini di essi proiettate da altri mondi satellite che sono i giovani di questa rassegna.