Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Bombe, mille morti e distruzione

Fonte: L'Unione Sarda
14 febbraio 2013



Ma Cagliari seppe rinascere
Il giornale domenica dedica un inserto speciale al ricordo della tragedia

Settant'anni fa, di questi giorni di febbraio, Cagliari fu distrutta sotto un diluvio di bombe angloamericane. Il 17 febbraio il terribile spezzonamento fece una cinquantina di morti. Poi gli attacchi di venerdì 26 e della domenica 28 quando, poco dopo mezzogiorno, arrivarono le “fortezze volanti” e fecero strage della gente che usciva da messa e passeggiava godendosi un timido sole o curiosava tra le macerie del centro storico. Da quel giorno i cagliaritani fuggirono in massa lasciando una città deserta. L'ultimo bombardamento, il più tremendo del 13 maggio, completò l'opera di distruzione, ma per fortuna si contarono pochi morti. Cagliari era ormai una città di fantasmi.
Agli anniversari del febbraio-maggio 1943 il nostro giornale ha sempre dedicato molta attenzione pubblicando pagine speciali con memorabili e irripetibili articoli delle sue firme più illustri. Domenica ricorre il settantesimo anno dallo spezzonamento che causò molti morti proprio per il tipo di bombe, le famigerate daisy cutter (taglia margherite) che esplodevano a pochi metri dal suolo e si frammentavano in mille pezzi tutto intorno. Per il settantesimo anniversario L'Unione Sarda domenica pubblica un inserto di 16 pagine con immagini, alcune inedite o poco conosciute, testimonianze e ricordi. Un omaggio alla città che non volle morire e seppe rinascere dalle macerie.
Praticamente il capoluogo fu cancellato da una serie impressionante di bombardamenti: i monumenti, i due splendidi teatri, il Bastione Sant Remy, le storiche chiese come San Domenico, il Carmine, San Saturnino , il Municipio di via Roma, la bella via Roma con la palazzata e i portici, la stazione e il porto, i rioni storici di Stampace, Villanova, Marina e Castello, tutto fu ridotto in macerie.
Ancora oggi in diversi punti di Castello e alla Marina si notano i vuoti lasciati dai palazzi polverizzati dalle bombe. I morti furono oltre un migliaio: l'elenco restò incompleto perché molti non furono identificati, di tanti si ritrovarono solo parti dei corpi dilaniati e altri si dissolsero nelle esplosioni o furono inghiottiti dalle macerie. Nel 1950 alla città fu conferita la medaglia d'oro al Valor Militare, ma ancora oggi non esiste un monumento che ricordi il sacrificio di tutti quei morti. Solo nel cimitero di San Michele nel 1985 i club cittadini Lions e Rotary hanno fatto innalzare un monumento nel luogo della fossa comune dove furono sepolti i cadaveri che venivano trasportati in tutta fretta per il timore di epidemie.
Ogni anniversario tondo è l'occasione per ricordare quei giorni di orrore e per esaltare l'orgoglio dei cagliaritani che, dopo la guerra, rientrati dallo sfollamento seppero ricostruire la città dalle macerie. Uno sforzo collettivo, immane, tra mille difficoltà e grazie anche all'aiuto degli americani che prima ci avevano bombardato. Dopo il 1945 la vita ricominciava. Il nostro giornale durante quei giorni di guerra fece il possibile per tenere informati i cittadini sugli eventi bellici con le notizie che arrivavano filtrate dalla censura. Ma poco o niente si poteva scrivere sulla tragedia che la città stava vivendo, i morti, la distruzione, la guerra in casa, la fame. A causa delle bombe fu costretto a sospendere le pubblicazioni il 18 febbraio, le riprese sino al 13 maggio giorno del più devastante bombardamento che colpì anche la tipografia di viale Regina Elena. Sei mesi di silenzio, poi coraggiosi giornalisti e tipografi tornarono al lavoro pubblicando un giornale di due, quattro pagine in condizioni di continua emergenza.
Carlo Figari

 


Oggi proiezione all'Unione Sarda
Dalla Cineteca
un nuovo video
di filmati e rare foto
Oggi alle 17, nella sala del Planetario nella sede del nostro giornale in piazza L'Unione Sarda, verrà proiettato un eccezionale video appena realizzato dalla Cineteca Sarda: «Cagliari 1940-1943». Un documentario con immagini anche inedite, drammatico e commovente. Interverranno con l'autore Antonello Zanda, il sindaco Massimo Zedda e il direttore editoriale del giornale Gianni Filippini che all'epoca fu giovanissimo testimone della tragedia.
Cagliari 1940: i nazisti sfilano col passo dell'oca in via Roma sotto il Municipio. Un' immagine quasi sconosciuta. Mussolini circondato dai gerarchi assiste al Poetto, davanti all'ippodromo, al passaggio della cavalleria italiana. Sullo sfondo si notano i casotti, sfuggiti alle bombe e poi demoliti nel 1986. I caffè sotto i portici di via Roma, le navi ormeggiate al porto. Sequenze di una finta tranquillità, la guerra è già scoppiata, lontana in Europa. Fra breve anche l'Italia si affiancherà all'alleato tedesco. Ma la guerra-lampo è solo un'illusione. Così dal novembre 1942 cominciano i primi bombardamenti sulla Sardegna che sfoceranno con le terribili distruzioni tra il febbraio e il maggio del 1943. E oltre mille morti.
Le immagini della distruzione parlano da sole. Fotografie e rare sequenze di filmati che Antonello Zanda, direttore della Cineteca Sarda, ha recuperato con un paziente lavoro di ricerca d'archivio, con la collaborazione di appassionati collezionisti quali Sergio Orani, Virgilio Falchi e Marino Cao. Materiale raro e prezioso dei cinegiornali d'epoca dell'Istituto Luce, che mostrano l'aspetto propagandistico di quei filmati, sequenze girate dagli operatori dei combat film al seguito delle truppe americane (soprattutto riguardano i giorni dopo lo sbarco e il 1944), spezzoni amatoriali filmati chissà come e chissà da chi. In più tante foto. «È un lavoro work in progress» spiega Zanda: «Grazie alle tecnologie della Cineteca Sarda potremo aggiungere ogni nuova testimonianza che ci verrà donata». Un invito ai cagliaritani per trovare nei cassetti di famiglia i ricordi che oggi possono arricchire il patrimonio della storia comune della città. (c. f.)