Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

La Regione: chioschi salvi il Comune prende tempo

Fonte: Sardegna Quotidiano
13 febbraio 2013

DECRETO SUL POETTO

 

L’ultimo salvagente per evitare la demolizione dei baretti è il neonato “decreto- Rassu”. Firmato ieri mattina dall’assessore regionale agli Enti Locali ed Urbanistica, supportato dal suo collega all’Ambiente Andrea Biancareddu, è stato presentato dal governatore Ugo Cappellacci «per mettere fine all’incertezza», aveva chiarito il presidente, in modo che «fin da subito il Comune di Cagliari possa rilasciare l’accertamento di conformità paesaggistico-urbanistica », aveva concluso, ottimista.

IL DIBATTITO IN MUNICIPIO I dubbi, con la conseguente scia di polemiche, però restano. L’altra giunta, quella comunale guidata da Massimo Zedda, prende tempo. E sul tema, rovente, è partito ieri nell’Aula di palazzo Bacaredda l’ennesimo affondo da parte dell’opposizione. Un’i nterrogazione urgente è stata presentata da Giuseppe Farris, Pdl, per incalzare sindaco e assessore all’Ur banistica, Paolo Frau, sulle decisioni da prendere dopo il decreto. «Sin da subito i nostri uffici hanno analizzato il decreto», ha spiegato Frau, «da parte nostra c’è la massima disponibilità per trovare una soluzione legittima. Ci sono elementi di novità ma va verificato se il provvedimento incide sulle situazioni già in atto». Quindi, ogni mossa resta in stand-by in attesa delle verifiche del caso, molto scrupolose dal momento che pende sui titolari dei baretti un’inchiesta della magistratura.

Durissima la replica di Farris: «La sua risposta testimonia per l’ennesima volta un’irresponsabile fuga dalla realtà», attacca, «è un fatto sconcertante, il decreto è elementare, non c’è bisogno di arrivare fino a questo». Il decreto varato in tutta fretta dall’a ltro esecutivo, quello targato Cappellacci, interviene sulla materia urbanistica, cuore del problema chioschetti: in tre pagine sancisce che fino all’a pprovazione del Pul, scadenza prevista il 31 dicembre di quest’anno, i baretti «non costituiscono nuova costruzione e non determinano volumi edilizi permanenti». Tradotto: fino al 31 dicembre non sono abusivi ma hanno “carattere di temporaneità”, parola magica per riportare sul terreno della legalità le strutture sul Poetto, fino a ieri condannate allo smantellamento perché tirate su in zona H, fascia super protetta dal Piano paesaggistico regionale. Sul tema delle “strutture stagionali amovibili al servizio della balneazione ”, leggi chioschi, era già intervenuto uno dei padri del Ppr voluto da Renato Soru, l’ex assessore all’Urbanistica Gian Valerio Sanna con una deroga di tipo paesaggistico realizzata ad hoc per i baretti sui litorali, valida sino alla famosa approvazione del Pul da parte dei Comuni. Elemento ribadito ieri mattina dal successore di Sanna nella giunta Cappellacci, l’assessore Nicolò Rassu: «Non c’è nulla di nuovo», aveva detto, «pensiamo di aver tolto al Comune ogni incertezza sulla questione. Ora la palla passa a tutte le amministrazioni locali costiere». Palla che invece continua a rimbalzare spinta da una nuova ondata di polemiche e dai ritmi della campagna elettorale.

LE REAZIONI BIPARTISAN «Il decreto dell’assessore conferma che c'era bisogno di un atto di indirizzo da parte della giunta per fermare lo smantellamento», dice il Pd Chicco Porcu, firmatario insieme a Luciano Uras di una proposta di legge ad hoc per uscire dal tunnel. «Ora la palla passa nuovamente al sindaco di Cagliari che potrà decidere se far rivivere o far morire i baretti del Poetto», replica di Edoardo Tocco, consigliere regionale del Pdl. Di «decisione utile», parla anche Luciano Uras di Sel, mentre nella querelle intervengono anche i sindacati dei balneari. «Il sindaco Zedda da oggi non ha più alibi e può dare il via libera all'accertamento di conformità», incalza Alberto Bertolotti presidente Sib (sindacato italiano Balneari affiliato alla Confcommercio). «Con questo provvedimento», spiega il coordinatore Fiba (Federazione Balneari che fa capo alla Confesercenti) Gianluigi Molinari, «si fa finalmente chiarezza in merito alle concessioni rilasciate ai gestori». «Compreso l'aspetto urbanistico, apice di una vicenda sconcertante», aggiunge Roberto Bolognese, presidente della Confesercenti di Cagliari. Ora a chiudere il cerchio, manca solo il provvedimento di Palazzo Bacaredda, l’u n ico in grado di salvare o condannare definitivamente i chioschi. Francesca Ortalli

PUL DEL FUTURO ARRIVA LA BOCCIATURA DEL SIB «PIANO VECCHIO E INADEGUATO, VA RIFATTO»

«Un piano vecchio, inadeguato e inutilizzabile». Il sindacato balneare non perde tempo e presenta subito un’osservazione e boccia in blocco il Pul del Comune di Cagliari considerato «un vero e proprio delitto contro l’identità culturale di questa città e contro le potenzialità di sviluppo economico del volano Poetto ». Diverse le criticità evidenziate nella relazione. Si va dall’incomple - tezza (nessuna traccia di un conto economico, delle attività produttive considerate, e dei criteri di individuazione delle superfici da dare in concessione), alla logica incompresa del numero preciso di metri quadri, 392, concessi per i chioschi bar. A mancare sono anche le azioni specifiche di sostegno e come integrare attività produttive e attività collegate al turismo. Il Pul presentato dal Comune in Regione, secondo il sindacato, non descrive neanche la diagnosi sulle principali problematiche del territorio. L’appunto rivolto al Comune è di non essersi attenuto alle direttive regionali prevedendo concessioni demaniali semplici, complesse e multifunzionali. «Analizzando i principali litorali italiani l’offerta è basata su una molteplice varietà di servizi, non nella frammentazione di questi tra più soggetti ». Il rischio? Secondo il Sib il cliente che intende usufruire per l’intera stagione balneare dei servizi, deve prendere tanti accordi. «E se non si trova bene con uno di questi per il livello di servizi offerto, si troverebbe costretto per esempio a mangiare alla prima fermata, noleggiare il lettino alla quinta e portare i bambini al baby parking alla settima...». Da qui la necessità di ripianificare il Piano «con la partecipazione dei soggetti interessati (concessionari e associazioni di categoria)».

L’APPELLO   Serra: Frau rompa gli indugi

«Il decreto “litorali ” dimostra che per salvare i chioschi del Poetto c’è una soluzione immediatamente applicabile in base alla norme vigenti. Infatti, l’atto ribadisce quanto già espresso nella legge e sostenuto dalla Regione durante gli incontri tecnici con il Comune». A ribadire la volontà della Regione ci pensa il portavoce del governatore, Alessandro Serra, che lancia anche un provocatorio appello- raccomandazione all’esponente della giunta Zedda che sta gestendo la grana dei chioschi: «Se l’assessore Frau è confortato e si sente più sicuro affermando il contrario, non c’è nessun problema: l’importante è che rompa finalmente gli indugi e si eviti una demolizione dannosa per la città, per le imprese e per i lavoratori ». Il verdetto nei prossimi giorni, quando gli uffici comunali renderanno note le loro valutazioni.