Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Appello per la moschea «Siamo integrati, non terroristi»

Fonte: Sardegna Quotidiano
11 febbraio 2013

Marina

 

LA PROTESTA Il portavoce Sulaiman Hijazi: «È incivile, ogni venerdì l’Imam fa tutto di fretta. Il Comune non fa nulla, chiediamo solo uno spazio, non gratis». Ieri preghiera sotto la pioggia

Parole al vento, alcune spese a vanvera. altre a cavallo dei refoli indirizzati a La Mecca. Almeno nella città santà Qualcuno dovrebbe ascoltare gli arabi cagliaritani. Che per ora ancora non hanno visto la Moschea piovere dal cielo, ma solo piovere promesse del Comune oppure piovere e basta. Soprattutto il venerdì quando si riuniscono per la preghiera, la preghiera del mezzogiorno. Un venerdì come ieri era degno dei flagellanti cristiani, per il freddo e per la pioggia, che è durata poco ma quanto basta per inzuppare un tappeto umano.

SI PREGA DI CORSA Solita vecchia storia. La Moschea alla Marina c’è in vico Collegio, ma per 500 musulmani. Ne avanzano pressapoco 1500. Che stanno in strda, manco fossero in penitenza. Seduti, ma di corsa. «Come facciamo? Facciamo in fretta. L’Imam è costretto a sbrigarsi perché ha paura che piova», riferisce il portavoce della comunità islamica Sulaiman Hijazi, che vorrebbe solo uno spazio più ampio per accogliere tutti. «È una cosa indegna, una questione di civiltà. Non si tratta più di pagare o non pagare, è una vergogna per tutta l'amministrazione di Cagliari che è daccordo a darci uno spazio per pregare ma nessuno fa niente».

I RIMEDI DEL PASSATO Si era provveduto finora con il padiglione della Fiera, poi l’Exma e dopo ancora Monte Claro, tutti abbastanza spaziosi da garantire la celebrazione della fine del Ramadam. Ma è la quotidianità dell’islamico a essere disturbata. «Siamo qui a difendere sempre le stesse cose». Sbuffare è concesso, per Sulaiman e per tutta la umma islamica, compresa quella manciata di sardi convertiti all'Islam. «Mi sembra giusto fare qualcosa almeno per loro che sono nati qui e questa è la loro terra». Assodato che una Moschea a Cagliari sia da società civile, talvolta Sulaiman vede sollevate a polverone questioni da crociata demodè. «Molti si appellano al fatto che nei nostri paesi i cristiani sono perseguitati, ma la realtà è che i cristiani sono trattati molto bene in tutti i paesi a maggioranza islamica e chi non vuole crederci preferisce rimanere nell'ignoranza e sparare sentenze comodamente seduto sulla poltrona di casa ». Cittadini cagliaritani che come altri aspettano delle risposte. «È un fallimento per me non essere ancora riuscito ad ottenere niente, mi sono fidato delle parole dei politici che hanno dichiarato di essere dalla nostra parte e invece ancora ci ritroviamo ad aspettare che facciano qualcusa per noi». Prima o poi giustizia sarà fatta e la moschea sorgerà in qualche parte della città. Solo un miraggio nella zona di via San Tommaso d'Aquino. «Ma ci passeranno degli anni e noi non possiamo più andare avanti cosi. Per adesso ci serve almeno uno spazio coperto e non lo chiediamo gratis». L’affitto della sede di Via Collegio è di 500 euro. Basterebbe un aiuto per trovare uno spazio idoneo. «Siamo in un paese democratico e la comunità musulmana qui a Cagliari è presente già da 30 anni e non c'è mai stato nessun tipo di problema come il terrorismo. Anzi siamo perfettamente integrati nella zona della marina e tutti i vicini della moschea sono amici stretti per noi». Vorrebbero solo essere considerati uguali a tutti gli altri. «E non degli intrusi che sono arrivati qui a rubare i diritti dei cagliaritani, perchè estendere il diritto di qualcuno non vuol dire restringere quello di qualcun altro » . Virginia Saba