Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Ripascimento, dieci condanne

Fonte: L'Unione Sarda
11 febbraio 2013


POETTO. A undici anni dai fatti, ieri la sentenza di secondo grado della Corte dei conti

Balletto, Zirone e i tecnici dovranno risarcire 2,8 milioni

A oltre tre anni dalla sentenza di primo grado, pronunciata il 21 luglio del 2009 dai colleghi sardi, ieri la prima sezione giurisdizionale centrale di appello della Corte dei Conti ha confermato le condanne ai responsabili del ripascimento che tra marzo e giugno del 2002 ha cambiato per sempre l'aspetto del Poetto: dovranno risarcire complessivamente 2. 870.575 euro allo Stato. Si tratta del 40 per cento in meno rispetto al danno quantificato nel 2009, che ammontava a 4. 784.292 euro. Soldi da utilizzare, dissero i giudici in primo grado, per ripristinare lo stato dei luoghi.
I CONDANNATI Tra i condannati ci sono l'ex presidente della Provincia di Cagliari Sandro Balletto e l'allora assessore provinciale ai Lavori pubblici, Renzo Zirone . Balletto, che nel processo penale era stato assolto definitivamente in Cassazione dopo una condanna in primo grado per danneggiamento aggravato e un'assoluzione in appello nel 2009, dovrà restituire 143.528 euro. Zirone, condannato nel 2008 per abuso d'ufficio e danneggiamento, reati poi dichiarati prescritti in appello, dovrà pagare 287.057 euro, la stessa cifra che dovrà risarcire Antonello Gellon , il geologo della commissione di monitoraggio dell'intervento, accusato di falso ideologico e assolto in primo grado.
SALASSO PER PISTIS Il direttore dei lavori Salvatore Pistis , anche lui salvato dalla prescrizione dopo la condanna a tre anni in primo grado, dovrà pagare 574.115 euro mentre il collega Andrea Gardu , stessa condanna in tribunale nel 2008 e stesso destino - la prescrizione - un anno dopo, dovrà versarne 430.586, come il responsabile del procedimento Lorenzo Mulas.
Andrea Atzeni, Paolo Orru e Giovanni Serra , coloro che attestarono il buon esito dell'intervento sulla spiaggia, dovranno risarcire 191.372 euro ciascuno mentre i consulenti della Provincia Paolo Colantoni e Leopoldo Franco pagheranno 71.765 euro ciascuno.
GLI ASSOLTI Assolti, invece, Gian Paolo Ritossa e Mario Concas , membri della commissione di collaudo, e il responsabile del procedimento Sandro Cabras .
In primo grado, il 21 luglio del 2009, la Corte dei conti aveva condannato il biologo Luigi Aschieri , che non aveva ricorso in appello, contrariamente agli altri incolpati.
Balletto e Zirone, secondo i giudici della Corte dei conti, sapevano che i lavori al Poetto erano irregolari, erano consapevoli che la draga aveva preso la sabbia da un fondale diverso da quello indicato dal ministero dell'Ambiente, avevano la percezione che sarebbe stato un disastro ambientale. Eppure non avevano convocato i funzionari affinché interrompessero i lavori. Così avevano inutilmente speso i soldi pubblici. E ora, scrissero i giudici di primo grado, non possono trincerarsi dietro il fatto che si erano fidati dei tecnici proprio perché «avevano consapevolezza del fatto che i lavori erano stati eseguiti in modo difforme dal contratto e che si sarebbero risolti nella deturpazione della spiaggia ma non hanno esercitato i loro poteri per evitare tale esito».
«RICORREREMO IN CASSAZIONE» L'avvocato di Balletto, Rodolfo Meloni, si dice sconcertato: «Questa sentenza è un insulto alla giustizia perché attua una duplicazione di giudizio che non è consentita. Il mio assistito era stato assolto sia nel giudizio penale che in quello civile e la cassazione aveva rigettato il ricorso dell'avvocatura dello Stato e il giudizio della Cassazione è intangibile. Noi, comunque, vi ricorreremo ed eccepiremo un conflitto di giurisdizione, visto che la competenza per il danno ambientale è del giudice ordinario. E se il ricorso in Cassazione non andrà a buon fine ricorreremo alla Corte europea di giustizia di Strasburgo».
Fabio Manca

 


I giudici: un danno di immagine
Una ferita per la città
tra errori e bugie
Lello Caravano
L'avevano spacciato come il piano di rinascita della spiaggia dei centomila. Una resurrezione a colpi di cannonate sparate da una draga belga, l'Antigoon, chiamata undici anni fa a restituire al litorale quelle tonnellate di sabbia che il mare e l'uomo si erano portati via. Sotto quei sassi e quel pietrisco è stato sepolto, forse per sempre, ciò che restava dei granelli bianchi e fini che erano l'orgoglio della città e che facevano del Poetto una delle più belle spiagge del Mediterraneo, nonostante l'erosione e l'incuria.
L'eredità di quel disastroso ripascimento purtroppo continua ancora a segnare le nostre estati cagliaritane. Di quegli ottanta passi (di tanto si era allungata la spiaggia) non resta niente, soltanto il grigiore diffuso, quelle scorie più simili al cemento che ai grani di una spiaggia che si era formata in milioni di anni. E una lunga scia di errori, incompetenze, bugie.
Ieri è stata pronunciata un'altra importante parola su una vicenda che è entrata nella storia della città. In appello, la Corte dei Conti ha condannato i responsabili (tre le assoluzioni) a risarcire poco meno di tre milioni di euro. In primo grado i milioni richiesti erano stati quasi cinque (con l'obbligo di rifare la spiaggia). Una sentenza clamorosa. Dal luglio 2009 i giudici non hanno cambiato opinione, parlando anche di danno all'immagine della città. Una risoluzione presa indipendentemente dalle decisioni in sede penale (l'allora presidente della Provincia Sandro Balletto fu prima condannato poi assolto, tanto che si rivolse alla presidenza del Consiglio dei ministri per chiedere il risarcimento dei danni morali e materiali subiti dalla condanna in primo grado). La Corte dei Conti è stata chiarissima. Ha pronunciato un verdetto netto, bocciando il ripascimento-disastro, nonostante quel diluvio di parole sullo sbiancamento della sabbia che non è mai avvenuto né mai avverrà. Ricordate? Tornerà candida tra due mesi, sentenziò il cattedratico. No, ci vorrà di più: il sole farà il suo lavoro, un anno, due al massimo. Il prodigio non c'è stato. E la pazienza è finita.
Resta un'altra domanda. Non da poco. Si potrà fare qualcosa per il Poetto ferito che ha perso anche la sua veste candida, vanto e simbolo della città? Quasi tutti dicono no, anche i più arrabbiati pensano che sia meglio lasciare le cose come stanno. Però, un piccolo tentativo, serio, magari limitato a un angolo della spiaggia tanto amata si potrebbe incoraggiare. Sarà un sogno ma perché non provarci?