Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Zedda, tre ore in Procura

Fonte: L'Unione Sarda
11 febbraio 2013


LIRICO. Il sindaco respinge le accuse. La votazione? «Nessuno la contestò»

«Sulla Crivellenti mi confrontai con alcuni esperti»

Abito scuro e cappotto sul braccio, Massimo Zedda esce dalla stanza del pm Giangiacomo Pilia alle 13,40, dopo oltre tre ore e mezzo di interrogatorio. È teso, anche se abbozza un sorriso. Saluta i giornalisti senza rilasciare dichiarazioni. «Non posso, scusate». Poi fila via insieme ai suoi avvocati Giuseppe Macciotta e Fabio Pili, che lo hanno assistito nel faccia a faccia col magistrato titolare dell'inchiesta sulla nomina di Marcella Crivellenti a sovrintendente del Lirico in cui il primo cittadino è indagato per falso e abuso d'ufficio.
LA DIFESA Zedda l'aveva promesso. «Mi presenterò a spiegare la mia posizione senza attendere l'invito a comparire», aveva fatto sapere. Ed è stato di parola. Anche se sul contenuto del suo interrogatorio si sa poco o nulla. Nessuno parla. Ma da indiscrezioni si è saputo che la linea tenuta dal sindaco è la stessa già più volte espressa in pubblico e in privato in questi mesi tormentati. Punto primo: nella ormai famosa riunione del Cda del 1 ottobre in cui propose la nomina della Crivellenti nessuno dei consiglieri ebbe da ridire sulla sua scelta. E lui interpretò - a suo avviso correttamente - quella fiducia unanime espressa dai sette componenti del Cda come un via libera alla nomina. Una circostanza fondamentale questa, visto che l'ipotesi di falso è stata formulata sul presupposto che in realtà non ci fu alcuna votazione - come detto espressamente dai consiglieri Gualtiero Cualbu, Oscar Serci e Felicetto Contu nella successiva riunione del 15 ottobre - e che dunque i verbali della seduta poi inviati al Ministero furono aggiustati.
PERCHÉ LA CRIVELLENTI Punto secondo: perché Zedda tirò fuori il nome della Crivellenti, che non aveva neanche presentato domanda, ignorando i 44 curricula arrivati alla Fondazione? Perché - sarebbe stata la risposta - dopo aver valutato i requisiti di tutti gli aspiranti candidati prese atto che non c'era una figura che corrispondesse a quella che stava cercando. E il nome della manager di Bari come venne fuori? Sul punto Zedda avrebbe detto di aver fatto una scelta del tutto autonoma, spiegando però di essersi confrontato con alcune persone di provata competenza (il rappresentante del ministero Salvatore Nastasi?) che avrebbero condiviso la sua scelta. Persone che di certo il pm Giangiacomo Pilia convocherà presto per avere una conferma.
LA SELEZIONE Da verificare resta però un'altra questione, diventata ormai centrale nell'inchiesta: una volta che era stata avviata una selezione pubblica poteva Zedda tornare sui suoi passi? A parere dei suoi legali sì, in quanto la Fondazione è un soggetto di diritto privato e nessuna norma prescrive l'obbligo della gara pubblica. Quella attivata mesi prima - è la linea difensiva - fu una semplice raccolta di manifestazioni d'interesse a cui, come scritto peraltro anche sul bando, si poteva senza dubbio derogare.
M. Le.